Governo

Meloni per tutti, prezzi modici

26 Settembre 2022

Attrazione fatale per i meloni della Meloni. Gli italiani, per sentirsi italiani veri, hanno evidentemente bisogno della figura materna melonata incarnata dalla supergiorgia sor(al)ella d’Italia. Bene, adesso che ha voluto la bicicletta è giusto che pedali. I suoi colleghi di cordata sono particolarmente distanziati: un capitano ormai ai minimi termini dopo una serie di batoste dovute anche al suo incontenibile e adolescenziale carattere di ragazzo terribile, contraltare alla senescenza barzellettifera dell’ex cavaliere che sembrerebbe superato dalla Storia. Si è invertito l’ordine degli equilibri, un tempo erano i due uomini forti ad avere percentuali maggiori mentre la sor(al)ella d’Italia era in minoranza, succede quando si è troppo spavaldi e infantili.

Sul podio, colla medaglia d’oro alla Patria, sta oggi la regina dei meloni, come ammicca da tiktok, senza tak. La tak la faranno ai due partiti a lei vicini, per constatare le fratture multiple e danni collaterali. Ma, attenzione, pur ridimensionati, i due uomini padani potrebbero sempre dire la loro ed ergersi ad ago (anche ad ego) della bilancia qualora la giorgissima facesse qualcosa a loro sgradito. E già, perché il volemose bene, assai ostentato nelle kermesse di destra, in campagna elettorale e in molte altre occasioni, non è proprio limpido. Molte volte la giorgissima ha fatto finta di niente rispetto alle uscite infelici del capitano e alle barzellette stantie dell’ex cavaliere, mantenendo un profilo basso. Ora che ha la maggioranza assoluta nella coalizione, l’invidia, vizio capitale che pervade tutta la politica, soprattutto italiana, sarà difficile da tenere a bada.

L’ex cavaliere, che ha posizioni europeiste al contrario della Giorgia, potrebbe a un certo punto staccare la spina e lasciarla in braghe di tela, magari trascinandosi l’altro grande sconfitto delle elezioni, il capitano o chi lo sostituirà, perché difficile che Zaia e Fedriga digeriscano di essere stati praticamente annientati a causa delle sue bravate. E qui la Giorgia dovrà tagliare delle fette di melone e servirle col prosciuttino agli alleati se non vorrà che il suo governo probabile cada nell’abisso precipitevolissimevolmente. In più le posizioni estreme sempre ostentate, con simpatie ricambiate verso Le Pen e Orbán, forse adesso anche per la destra vincitrice in Svezia, non sempre andranno d’accordo con gli impegni europei del paese e l’Italia non è un paese di poco peso come lo sono Ungheria e Svezia. Si dovrà ridimensionare e dovrà raccontare ai suoi elettori che essere italiani è un po’ diverso da ciò che aveva fatto loro credere. Che poi, ce lo spiega qualcuno che significa essere italiani e orgogliosi di esserlo, sport a parte? Di cosa dovremmo andare orgogliosi, della pasta alla carbonara? Della pizza? Del panettone? Forse del Nobel della fisica, meglio. Ma mi pare che gli scienziati non facciano parte delle simpatie dei Fratelli d’Italia, viste anche le posizioni no green pass e no all’obbligo del vaccino. No, la scienza non è compatibile con Dio, Patria e famiglia.

E poi, la regina del sovranismo, dovrà avere a che fare colla sovranità limitata dell’Italia decisa dai patti di Yalta tanti anni fa ma sempre attivi. E questa caratteristica dell’Italia non ha mai fatto parte dei dibattiti politici, nemmeno di quelli dell’opposizione a dire il vero. Meglio tacerne, è incomodo parlarne, soprattutto in campagna elettorale. Come farà a spiegarlo agli elettori così fieri di essere italiani e ignari di tutto il resto?

Dovrà pedalare in salita, comunque, supergiorgia. I meloni della Meloni potrebbero anche scoppiare inopinatamente, non sarebbe un bello spettacolo. Il suo sorriso ostentato per la medaglia d’oro potrebbe sparire tra non molto. Noi non le auguriamo lunga vita perché preferiremmo altro, altro che però non si è ancora manifestato all’orizzonte, essendo ciò che avrebbe voluto contrastare l’ascesa di Giorgia assolutamente inadeguato e obsoleto, come ha dimostrato il vero partito vincente: il 36% dell’astensionismo, sempre di più. Comunque, però, c’è qualche risvolto positivo: non vedremo più le facce di Pillon, Paragone e Di Maio in Parlamento.

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