Governo
Meloni e la stampa, amore tossico
Che la Premier Meloni gestisca in maniera strana il rapporto tra la figura istituzionale che la rappresenta e la stampa è fuori da ogni dubbio. Nel suo mandato come Presidente del Consiglio, declinato al maschile perché così ha chiesto di fare, abbiamo assistito a conferenza stampa nelle quali non era possibile fare domande, a conferenza stampa realizzate in una stanza chiusa senza la presenza di giornalisti. Insomma più che conferenza stampa si potrebbero definire comunicazioni. Spesso infastidita dai microfoni dei giornalisti che, nell’adempimento della loro professione, quella professione che gli dà sostentamento economico, coglie spesso l’occasione per creare, forse in nome della sicurezza, come se i giornalisti fossero terroristi pronti all’agguato o all’attentato, uno schermo divisivo. È successo oggi a Palermo. Un comunicato stampa ufficiale della Questura, diramato il 17 luglio alle ore 11:16, informava che:
In occasione delle cerimonie di commemorazione del XXXI Anniversario della strage di via D’Amelio, sono state previste le seguenti iniziative per le giornata del 19 luglio p.v.:
– H 09.45: cerimonia commemorativa con deposizione di Corone di Alloro alla lapide posta in ricordo dei Caduti all’interno dell’Ufficio Scorte della caserma “P. Lungaro”, alla presenza delle Autorità, di personale della Polizia di Stato e dei familiari delle Vittime.
– H 10.30: cerimonia liturgica presso la chiesa Santa Maria della Pietà alla Kalsa sita in via Torremuzza n.1, officiata dall’Arcivescovo di Palermo S.E. Lorefice, alla presenza delle Autorità, civili e militari, di personale della Polizia di Stato e dei familiari dei Caduti;
Chi volesse partecipare alla cerimonia di deposizione, prevista all’interno della caserma “P. Lungaro”, potrà farlo avendo cura, per ragioni organizzative, di comunicarlo a questo Ufficio entro il 18 luglio p.v..
Per le medesime ragioni, si prega di accedere agli ingressi della caserma Lungaro non oltre le 09:20.
Successivamente, il giorno dopo alle ore 15:00, veniva diramato un comunicato di rettifica che indicava, inoltre, la presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro dell’Interno e del Capo della Polizia:
A parziale integrazione del precedente messaggio, in occasione delle cerimonie di commemorazione del XXXI Anniversario della strage di via D’Amelio, si comunicano le variazioni intervenute per le iniziative previste per le giornata del 19 luglio p.v.:
– H 08.45: cerimonia commemorativa con deposizione di Corone di Alloro alla lapide posta in ricordo dei Caduti all’interno dell’Ufficio Scorte della caserma “P. Lungaro”, alla presenza del Presidente del Consiglio dei Ministri, del Ministro dell’Interno e del Capo della
Polizia e delle più alte Autorità, di personale della Polizia di Stato e dei familiari delle Vittime.
– H 12.30: cerimonia liturgica presso la chiesa Santa Maria della Pietà alla Kalsa sita in via Torremuzza n.1, officiata dall’Arcivescovo di Palermo S.E. Lorefice, alla presenza delle più alte Autorità locali, civili e militari, di personale della Polizia di Stato e dei familiari dei Caduti;
Chi volesse partecipare alla cerimonia di deposizione, prevista all’interno della caserma “P. Lungaro”, potrà farlo avendo cura, per ragioni organizzative, di comunicarlo a questo Ufficio entro la giornata odierna.
Per le medesime ragioni, si prega di accedere agli ingressi della caserma Lungaro non oltre le 08:00.
Levataccia, dunque. In realtà dopo aver, simbolicamene, puntato la sveglia, arriva la doccia fredda con un comunicato, diramato sempre nella giornata del 18 luglio alle ore 19:21, che conteneva una comunicazione telegrafica:
Si rappresenta che la cerimonia presso la caserma P. Lungaro non sarà aperta alla Stampa.
Per quali motivi, di grazia? Problemi di sicurezza all’interno di una caserma della Polizia di Stato con un controllo rigoroso degli accessi peraltro con presenze comunicate il giorno prima o, forse, idiosincrasia nei confronti della stampa? In realtà i giornalisti, soprattutto quando rivolgono le domande giuste e non si fanno condizionare dal potere e dal ruolo istituzionale di quanti intervistano, posso essere fastidiosi. Possono provocare quel fastidio che è più di un prurito. Qual fastidio che, come in questo caso, è meglio evitare. Scriveva Walter Lippmann, giornalista e politologo statunitense: “La libertà di stampa non è un privilegio, ma una necessità organica all’interno di una grande società. Senza critiche e articoli affidabili e intelligenti, il governo non può governare. Poiché non c’è altro modo adeguato per mantenersi informati su ciò che la gente del paese sta pensando, facendo e volendo”. Ma forse, nell’italica Repubblica attuale, qualcuno ritiene il contrario.
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