Governo

Meloni, Di Battista, due voci fuori dal coro

10 Febbraio 2021

Simili le posizioni di Giorgia Meloni e di Di Battista, entrambi si chiamano fuori la possibilità di una formazione di governo in cui non credono per la pluralità e la diversità di posizioni che si sono mostrate sempre opposte e divisive e che, infatti, hanno portato alla fine del governo Conte.

Per il leader dei “duri e puri”, l’assembramento parlamentare è un’ipotesi da scartare, e ricorda che solo 3 anni fa veniva pronunciata la sentenza Dell’Utri. Di Battista è colui che si è opposto ad una maggioranza che vedesse i Pentastellati accanto al PD dopo essersi alleati con Salvini, perché i passaggi di alleanze così rapidi  erano poco credibili e avrebbe creato confusione nel movimento, e soprattutto perché pensava che ci fossero nel Pd elementi renziani, come poi sarebbe apparso chiaro durante l’operazione dei responsabili quando Conte ha provato in tutti i modi a cercare alleati facendo la conta, ma ha visto porte chiudersi da parte di alcun esponenti del PD.

Giorgia Meloni afferma che la costituzione lascia ampia discrezionalità al presidente della repubblica, cita l’articolo 88 secondo il quale, nel caso si verifichi una crisi di governo, sentito uno o entrambi i presidenti può decidere di sciogliere uno o tutte e due le camere. Crede che l’ipotesi di un voto anticipato non avrebbe sottratto tempo utile ad un governo da troppo tempo immobile, potendo i partiti scrivere insieme il Recovery Plan, dimostrando precisione e concentrazione in considerazione di una loro presenza nel governo del Paese.

 

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