Governo
Lombardia in zona rossa, così è se vi pare
Non c’è bisogno di scomodare Pirandello per la querelle politica sulla settimana in zona rossa della Lombardia, è sufficiente ricordare Aldo Biscardi. Era rigore, non era rigore? Ha sbagliato la Regione o ha sbagliato il Ministero della Sanità?
Come se fossimo al Processo del Lunedì tutti i commenti che vengono da destra sorprendentemente affermano che è stata colpa del Ministero, quelli da sinistra che è colpa della Regione. I duri delle curve, come gli assessori di Milano Granelli e Maran, reclamano l’espulsione del Presidente della Lombardia Fontana, mentre Sala media, dubitando che il Ministero possa aver sbagliato soltanto con la Lombardia.
Che abbia ragione una fazione o l’altra è meno importante dello squallido spettacolo di settarismo che ne è venuto fuori, proprio in un argomento, la lotta al Covid-19, in cui non è proprio il caso di approfittare dell’occasione per accoltellare l’avversario.
Credo di non essere l’unico che da mesi conserva i dati di contagi, ricoveri e decessi pubblicati giornalmente persino sui social di Regione Lombardia. Che nelle ultime settimane i numeri fossero in costante, leggera discesa era evidente e innegabile. Rispetto al picco della seconda ondata i numeri sono inferiori anche della metà e non c’è bisogno di essere un fine econometrico della Banca d’Italia per capire che, se i numeri scendono, l’indice sintetico Rt deve essere inferiore a 1.
Ho la sensazione che, pensando che tanto tutto si risolva pagando ristori con soldi presi a prestito, a Roma si sia decisa la zona rossa senza stare troppo a pensarci. L’algoritmo che decide i colori è segreto e non lo conoscono nemmeno le Regioni, come se fossimo nell’Unione Sovietica di Bréžnev. In un Paese che si definisce democratico, ancorché governato a colpi di Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, questo è inammissibile.
I 21 criteri con cui viene calcolato Rt sono ridicoli, perché nella realtà contano solo i nuovi contagi, i nuovi ricoveri nei reparti normali e in terapia intensiva, nonché la capacità residua di quei reparti ospedalieri, ma anche ammesso che i 21 criteri siano in teoria più sofisticati, prima di ordinare la chiusura di settori produttivi in una Regione che certo non è irrilevante, obbligando pure lo Stato a erogare ristori, devo dare un’occhiata al trend di contagi, ricoveri e decessi. Se quei trend sono in discesa devo avere almeno qualche dubbio e magari fare un paio di telefonate per avere un chiarimento prima, altrimenti sono soltanto un ottuso, tragico burocrate ministeriale.
Così è (se vi pare)
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