Governo

L’incommensurabile ipocrisia di un Brunetta che grida al “fascismo”

28 Aprile 2015

Dunque, sull’Italicum, voto di fiducia sarà.
A Matteo Renzi non è bastato superare indenne e senza troppe difficoltà i primi voti alla Camera, quelli sulle pregiudiziali di costituzionalità e di merito presentate dalle opposizioni. Il capo del governo ha infatti deciso di blindare la nuova legge elettorale chiedendo al parlamento la fiducia sul testo. “Se la camera mi vuole mandare a casa ne ha tutto il diritto. Ma finché sono qui io cercherò di cambiare l’Italia. Quindi si va avanti senza ulteriori rallentamenti ” ha twittato il premier.

Immediata, ovviamente, la bagarre scatenatasi in parlamento.
Tra le reazioni più o meno negative di minoranza dem e opposizioni, quella senz’altro più isterica (anche più del lancio di crisantemi di Sel) è stata l’accusa lanciata del capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta, il quale ha parlato senza mezzi termini di «nuovo fascismo renziano», rimproverando al premier una deriva autoritaria e dittatoriale.
«Non consentiremo a Renzi di trasformare quest’aula in un bivacco di manipoli» ha tuonato Brunetta.

Citazione colta, quella del capogruppo di F.I., giacché fu nientemeno che Benito Mussolini, dopo aver portato a compimento la marcia su Roma, a dichiarare di fronte alla camera dei deputati: “potevo fare di questa aula sorda e grigia un bivacco di manipoli: potevo sprangare il Parlamento e costituire un Governo esclusivamente di fascisti. Potevo farlo, ma, almeno in questo primo momento, non ho voluto” (discorso del 16 dicembre 1922).

 

Ecco allora il Brunetta che non ti aspetti.

Il fedelissimo berlusconiano, in questo suo evocare i fantasmi oscuri del passato, paragona implicitamente la sua posizione e quella dei suoi colleghi di Forza Italia (chissà poi loro che ne pensano) a quella degli antifascisti di un tempo, degli aventiniani, o a quel gruppo, fatto perlopiù di comunisti e socialisti, che scelsero di rimanere in parlamento per denunciare i misfatti del nuovo regime, magari pagando quel gesto di estremo coraggio con la propria vita. Proprio come nel caso di Giacomo Matteotti, deputato del PSU, rapito ed ucciso da una squadra fascista nel 1924, mentre si recava alla camera per un intervento recriminatorio sui brogli della nuova dittatura.

Insomma, il messaggio di Brunetta è chiaro: se Renzi ha intenzione di diventare il nuovo Mussolini, sappia che troverà sulla sua strada quelli Forza Italia.
Da sempre, notoriamente, ferrei antifascisti.

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