Governo
Legittima difesa : due riflessioni sul tema
Sulla legittima difesa ho riflettuto a lungo, cercando di evitare pavloviani condizionamenti ideologici.
Come reagirei se aggredito di notte?
Sarei abbastanza freddo per non reagire?
O per reagire solo in maniera proporzionata al pericolo?
E sarei abbastanza lucido da valutare correttamente il pericolo?
Non so darmi risposta, spero solo di non avere occasione di verificarlo mai.
Ma spesso ho pensato alle condizioni psicologiche in cui si è trovato chi ha reagito.
Il primo istinto, lo ammetto senza difficoltà, è sempre stato quello di pensare:”Certo, se chi è andato rubare fosse rimasto a casa sua…”
Oggi, che è passata alla Camera la legge sulla legittima difesa, si schierano quasi tutti.
Legge sbagliata, dicono alcuni, incrementerà l’uso delle armi, il Far West, la giustizia-fai-da-tè.
Legge insufficiente, replicano altri, le reazioni della vittima di un’aggressione notturna debbono essere depenalizzate a prescindere da ogni altra valutazione e dall’orario in cui si verifica l’aggressione.
Non mi sono mai trovato, come dicevo, in una situazione di pericolo come quella descritta sopra, ma non credo che in tale situazione si siano trovati molti di coloro che oggi ostentano tante sicurezze.
Sicuramente però penso che esistano in questo nostro paese, mai come oggi nevrotizzato e confuso, tutta una serie di insicurezze e di tensioni – quella della sicurezza personale è una di queste – che chi ha responsabilità di governo non può più permettersi, se non altro per ragioni di consenso elettorale, di ignorare o minimizzare.
Quindi penso che qualcosa andasse fatto.
Poi ognuno può dire : era meglio fare questo oppure quest’altro ancora.
Guardo invece con diffidenza a chi ha detto : dovevamo lasciare le cose come stavano.
Lo trovo un atteggiamento elitario : se il problema lo avvertono in molti, non puoi dire che non c’è.
Ci saranno pure – non intendo negarlo – leader pronti a enfatizzare la portata dei problemi esistenti per dimostrare l’inadeguatezza di chi governa e trovare i consensi per subentrargli.
Ma, una volta che la percezione di quei problemi è diffusa e crea allarme nei più, ignorarla è un errore politico che può costare molto caro
In democrazia – quel sistema imperfetto che però è il migliore di tutti – funziona così.
L’importante è non dare risposte normative ambigue e pasticciate : dare una risposta non vuol dire necessariamente assecondare chi crea allarmismo rispetto al problema, applicandone le ricette al 100 per 100.
Un intervento sulla entità e la certezza della pena per gli aggressori potrebbe, a mio avviso, risultare più incisivo e meno rischioso di quello previsto dal provvedimento approvato alla Camera in questi giorni.
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