Governo
Le elezioni della terza età
I dati freschi dell’Istat parlano chiaro: 12 mila nascite in meno nell’ultimo anno, per un totale di 100 mila in meno negli ultimi 8 anni. Numeri che portano ad un’unica e triste conclusione: l’Italia è un paese vecchio, abitata da vecchi e governata da vecchi. Niente di nuovo sotto il sole e lo smog del Bel Paese, ma stavolta c’è qualcuno che si insinua in questi dati approfittandone. Chi? Ma ovviamente lui, il più grande comunicatore e personaggio televisivo d’Italia degli ultimi quarant’anni: Silvio Berlusconi.
Sinceramente, a meno che non saltino fuori nuove accuse e processi a suo carico (e di conseguenza creare delle leggi ad personam), non vedo il motivo per il quale quest’uomo debba ancora, a 81 anni, “scendere in campo” per la politica italiana. Per la prima volta sembra quasi ci sia un vero interesse da parte sua nel tenere viva la propria personalità politica e non mollare mai, affrontando nuovi (si fa per dire) avversari. Ma davanti ai giovani comunicatori del nuovo millennio di nome Renzi e Di Maio, davanti a campagne elettorali che si svolgono sui social network, davanti a nuovi media invasivi che non perdonano a nessuno neanche una virgola di troppo, come ci si deve comportare a quell’età? Il suo apparato mediatico si adegua, si aggiorna, lui ormai delega quasi tutto perchè molto probabilmente non sa mettersi su Twitter e Facebook a fare propaganda e non gestisce in prima persona un account Instagram. Ha chi lo fa per lui. Ha capito benissimo che la sua idea di televisione anni ’80 e ’90 è morta e sa bene che non può avere appeal in larga scala sui millennials. Ma sa anche un’altra cosa, dati alla mano: in Italia vivono tanti (troppi) vecchi. Sono lo zoccolo duro degli elettori. Tira l’amo con l’esca in acqua e vede cosa riesce a pescare. Sa che ci vuole pazienza, ma l’esca è ben studiata a tavolino, come sempre nella sua carriera. Ed ecco il videocomunicato che una semplice persona mentalmente normo dotata dovrebbe interpretare come un pezzo comico di un vecchio attore alla fine della carriera. Perchè questo è, in superficie. E sarebbe giusto fermarsi lì, senza dargli corda e considerandolo estinto. E invece no. Nel Paese di Tafazzi ci sono ancora milioni di abitanti (tutti di età superiore ai 50 anni) che bramano un suo ritorno, fingendo di ignorare (o ignorando completamente) che Berlusconi sia al momento ineleggibile a causa della sentenza della Corte Europea. Milioni di persone lo rivorrebbero Presidente del Consiglio, milioni di haters di Renzi e dei 5 Stelle, senza sapere di essere definiti haters perchè è un vocabolo appartenente ai giovani. Ovviamente bisogna togliere da questo ragionamento gli evasori fiscali e i collusi con le mafie: quelli hanno ben altri interessi nel votarlo.
Ed eccolo on air, truccato e parruccato come la maschera di Tutankhamon, con la pelle arancione come la terra del parco dello Tsavo e il mogano scintillante sulla testa. Due sopracciglia scure e folte da fare invidia a Elio. Sembra ci siano gravi problemi alla dentatura: mentre parla “smascella” e impasta i vocaboli, dimentica un concetto e lo riprende in seguito, stavolta va poco a braccio ma si vede che ha studiato a memoria. E’ un 81 enne debole, a pezzi, che sta in piedi col vinavil. Ma dice pochi e mirati concetti vincenti: ospedale San Raffaele/ prospettiva di vita a 125 anni/ invecchiare in condizioni di sicurezza economica e sanitaria/ portare le pensioni a 1000 euro al mese/ le lire sono diventate la metà per colpa dell’Euro/ le nostre mamme. Capolavoro.
Con questi brevi concetti ha preso in mano il cuore di tutti coloro che ancora lo stimano e avevano il timore che fosse finito. Lui c’è. E’ accanto ai bisognosi e agli indifesi e vuole il bene del Paese. In più, non parla più al singolare, finge di aver messo da parte il suo ego gigantesco. Ora ogni verbo è al plurale, come se ci fosse una squadra e non un singolo: faremo, porteremo, diminuiremo, aumenteremo, cambieremo. E il gran finale è da premio Oscar: creeremo il Ministero della Terza Età.
Eugenio Scalfari ci è già cascato, a quanto pare: un giovanissimo in meno da convincere. Sono iniziate le Elezioni della Terza Età, dove si scontreranno giovani vecchi dentro (che baciano le ampolle di San Gennaro), giovani fiorentini in evidenti difficoltà, vecchi all’anagrafe ma col cuore giovane (mezzo trapiantato). Sembra un film grottesco, ma è (di nuovo) l’Italia.
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