Governo

Le amministrative nel Comune più piccolo d’Italia

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6 Giugno 2016

Quello che è successo nei giorni precedenti le elezioni – e quello che succederà anche dopo nel Comune più piccolo d’Italia – è un po lo specchio del paese, con la differenza che gli amministratori sanno che oltre a dover lavorare duro, non percepiranno praticamente nulla, anzi spesso metteranno mano al portafogli.

Mini-Italia. O meglio, Italia in miniatura.
Trentuno gli aventi diritto al voto, quorum fissato a sedici votanti, si sono presentati in diciassette. Due di loro hanno lasciato la scheda in bianco.
Lo spettro del commissariamento, il manifesto con il candidato sindaco vandalizzato, tante voci e molta incertezza.
E ancora prima vandalismi, scritte sui muri, ruote bucate…
Anche nel Comune più piccolo d’Italia – Morterone – lo spoglio delle schede è stato un momento di tensione, attesa ed infine sorpresa, per alcuni delusione nascosta, non ostentata, digrignare di denti.
Nessuna opposizione, se non quella di chi ha scelto di non votare aspettando un commissariamento, forse non avendo nemmeno chiaro come funziona.
A Morterone in un modo o nell’altro tutti sono imparentati, il cognome più diffuso è quello che con la vita di sacrifici e lavoro dei bergamini, con le loro tradizioni e dedizione, ha dato origine ad una delle più grandi aziende casearie italiane, gli Invernizzi. Ogni ceppo familiare è contrassegnato da un soprannome distintivo in base alla propria storia, ad una particolarità fisica o caratteriale del patriarca, alla frazione di provenienza.
Eppure nemmeno con così poche persone è semplice mettere in piedi un’amministrazione, far passare in secondo piano personalismi e piccoli privilegi, vene polemiche e pessimismi ancestrali.
Alla fine ha vinto ancora un sindaco che nel bene e nel male negli anni precedenti è sempre stato in gioco in prima persona, che ci ha messo la faccia, tempo, denaro, in cambio di imputazioni penali con relative assoluzioni piene, maleparole, gomme bucate, minacce e ostruzionismi, piccole e grandi cose che se viste in scala sarebbero in grado di far mettere la retromarcia anche il più scafato degli amministratori.
E dietro al Sindaco – Antonella Invernizzi – una giunta giovane, volenterosa e con tante idee e spirito d’iniziativa, ma con i piedi ben piantati per terra, coscienti – o forse meglio ancora incoscienti e per questo avventurieri – rispetto all’avventura che li aspetta nei prossimi anni.
Li ho conosciuti tutti, in questi mesi, e per ognuno una sfaccettatura, un dettaglio osservato lasciando parlare, ascoltandoli,  li ha delineati in quello che credo sarà il quadro generale di questa giovane e minuscola amministrazione pubblica che ha voglia di fare, che avrebbe molto da dire sul modo di amministrare anche alla mia Milano, alla mia Brianza, alla nostra Italia: propositivi, con tante idee e pochi peli sulla lingua e pronti a misurarsi con col minuscolo laboratorio di persone, mucche, stalle, case, villeggianti e pensionati ex industriali “padroni” ora di un piccolo orto sempre in salita, di confini segnati da alberi e sassi.
Negli anni passati anche io ho fatto l’amministratore volontario, ora spesso mi trovo ad insegnare o a parlare in pubblico come al tavolo di un lavoro ministeriale, a lavorare con aziende grandi e piccole, associazioni di persone e di aziende così come nei piccoli laboratori di ingegneria, in ognuna di queste piccole e grandi realtà, come a Morterone, non c’è nulla che possa fare la differenza come l’efficienza di chi è positivo, di chi sorride, di chi ha voglia di fare, che non guarda alla valle ma alla vetta, tira il fiato per salire e non si arrende, deciso e cosciente che qualcuno andrà scontentato per il bene dei più.

Questa lista civica di amici mi piace, comunque vada a finire amministrate una piccola italia: a Morterone c’è anche una stalla comunale, riempita dall’entusiasmo di giovani ragazzi neo-laureati perlopiù milanesi, che ripopolano un territorio splendido ma molto duro, giovani che stanno riscoprendo l’arte dei bergamini in chiave moderna.
A Morterone ci sono due esempi del “nuovo” che impara dal “vecchio”, ma guardando avanti.

A Morterone c’è uno dei più grandi musei d’arte contemporanea all’aperto, ma arte contemporanea sono anche i suoi abitanti.

Questi nuovi amministratori sono un po l’Italia che vorrei vedere, che cerco nei nostri ingegneri, nelle nostre aziende.


Frontiera
di verdi transumanze
tra faggi e querce
carpini e betulle.
Frontiera
di fatiche sulla schiena
di uomini e muli
di caparbia umiltà
inchiodata a una croce
(Mirella Roncelli, poesia inedita)


31 aventi diritto al voto
17 votanti
2 schede bianche
Un nuovo vitello.

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