Governo
L’asso nella manica di Renzi? Il quesito referendario
Quando voteremo per Referendum?
Prima sembrava dovessimo votare in ottobre, adesso pare certo che lo si debba fare molto più avanti, a fine novembre o ai primi di dicembre.
Qualche mese fa la vittoria del Sì appariva molto probabile, alcuni la davano addirittura per scontata.
Poi sappiamo come è andata : Renzi, personalizzando la questione, è riuscito nell’impresa di farsi del male da solo, mettendo a rischio l’esito della consultazione, che rimane incerto.
I passi indietro rispetto alla comunicazione iniziale – “Se non passa il referendum me ne vado”– sono stati espliciti e adeguatamente pubblicizzati, ma ormai, agli occhi di molti, il referendum non è più, come dovrebbe essere, una questione tecnica : “la riforma proposta funziona o non funziona?”.
E’ diventata, e tale sta restando per molti, una questione personale :”confermiamo la fiducia al premier oppure lo mandiamo a casa?”.
A rendere la questione ancora una volta non tecnica, ma personale, hanno contribuito i grandi dibattiti che si stanno succedendo sui mezzi di comunicazione, in particolare quello tra Renzi e il presidente dell’Anpi Smuraglia e quello tra Roberto Giachetti e Massimo D’Alema.
Leggendo sui social le riflessioni relative a questi dibattiti, vediamo però ancora emergere soprattutto valutazioni personali.
La sottolineatura dell’arroganza del premier e il riferimento ai trascorsi fallimentari in tema di riforme di D’Alema si dividono in pratica la prima posizione nella hit parade dei commenti postati con più frequenza.
Eppure quei dibattiti sono stati dibattiti seri: inevitabili magari le frecciate fra i contendenti, ma la grande parte del tempo è stata dedicata ad approfondire proprio le questioni tecniche, il “funziona/non funziona”.
Si andrà avanti così, e temo anche peggio, per quanto riguarda il seguito della campagna referendaria.
Non dimentichiamo però che esiste un universo di persone che votano pur non seguendo i dibattiti televisivi e pur non prendendo parte alle dispute politiche sui social.
E non dimentichiamo che parte di questa vastissima platea arriverà alle urne con molti dubbi.
E cosa riceverà – come tutti noi – al momento di entrare in cabina come supporto di riflessione?
Riceverà il quesito referendario. Eccolo:
“Approvate il testo della legge costituzionale concernente ‘disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?”.
Quel foglietto, purtroppo per i sostenitori del No, suona quasi come una domanda retorica.
Della serie, stringi stringi : vuoi che togliamo di mezzo istituti costosi e inutili o vuoi continuare a pagarli?
La formulazione è semplice – semplicistica diranno i sostenitori del NO- ma io penso che molti degli indecisi e di quelli che si sono tenuti lontani dai complicati dibattiti in tv e sui sociali sul tema, potrebbero essere attratti da questa semplicità e votare Si.
E’ quel foglietto, secondo me, il vero asso nella manica di Renzi per vincere un referendum che fino ad oggi ha fatto di tutto per perdere
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