Governo

L’assenza di governo politico è l’opportunità per cambiare

9 Dicembre 2016

Nelle ultime settimane sembrava che l’esito del Referendum avrebbe sancito anche il destino delle banche italiane. Eppure la borsa ha reagito con un certo ottimismo anche di fronte all’esito negativo che tanto impauriva gli osservatori più sensibili alle giravolte della finanza.

La situazione sembrerebbe drammatica: il Monte deve raccogliere 5 miliardi di euro e Unicredit probabilmente il doppio se non il triplo, il problema delle quattro good banks è tutt’ora irrisolto. Come se non bastasse, Atlante fatica a trovare nuove munizioni finanziarie e l’intero sistema bancario del Paese, debole, eccessivamente parcellizzato, è soprattutto sottocapitalizzato per poter affrontare una generale pulizia di bilancio, quale quella ormai chiaramente necessaria a liquidare un ammontare enorme di crediti inesigibili. Tutto questo sullo sfondo di una crisi di governo.  Eppure l’assenza di un governo politico potrebbe essere una grande opportunità. E forse i mercati lo hanno già capito.

Ci troviamo ad un punto in cui potrebbe darsi l’opportunità di chiedere (finalmente: avremmo dovuto farlo 5 anni fa!) il supporto dell’ESM (European Stability Mechanism – www.esm.europa.eu), in quanto tale scelta non sarebbe più ascrivibile ad alcuna forza politica e sarebbe quindi una scelta scevra (o quasi) dai costi politici che, a mio avviso, sono stati l’unica vera ragione per cui negli anni passati, l’Italia non si è allineata a Spagna, Irlanda, etc.

A parte le immancabili proteste di Grillo e Salvini che direbbero che la Casta ha svenduto l’Italia alle lobby Europee -Finanziarie, nessun partito politico potrebbe essere infatti accusato di aver ceduto la sovranità nazionale accettando le regole che si associano alla richiesta di intervento dell’ESM. Pur non essendo un tecnico ed esperto dei sistemi di supporto europeo e, mettendo quindi in guardia i lettori da possibili problemi tecnici ed implementativi (come dicono in Uk “devil is in the details“), siamo nella situazione in cui semplicemente si prenderebbe atto del fatto che, a causa dell’instabilità politica causata dai risultati del referendum, il sistema Italia non sarebbe più in grado di richiamare le risorse finanziarie sufficienti a permettere la ricapitalizzazione del sistema finanziario così disperatamente necessaria (ed in parte, come nel caso di MPS, imposta dalle regole del regolatore Europeo). Conseguentemente, a fronte del rischio di fallimento di alcune banche e delle conseguenze che da ciò nascerebbero, chiunque sia “pro tempore” seduto a Palazzo Chigi o a via XX settembre,  , ob torto collo, potrebbe doversi piegare alle regole imposte dall’ESM e, a fronte del contributo che il paese riceverà dall’ESM per ricapitalizzare le banche, si dovrà sottoporre al commissariamento della c.d Troika.

A mio avviso il momento non potrebbe essere più propizio: da un lato se anche la crisi politica dovesse prolungarsi (cosa che non credo possa essere escluso) avere un paese commissariato, permetterebbe di essere messi – parzialmente – al riparo dalle speculazioni del mercati. Dall’altro l’Italia potrebbe ricevere un ammontare – che ricordo nel caso Spagnolo raggiunse i 100 miliardi di euro anche se poi ne utilizzò solo poco più di 41 – tale da permettere a tutto il sistema di ripulire i propri bilanci, consentendo così la effettiva ripartenza del ciclo del credito. L’ammontare viene erogato allo Stato (non direttamente alle banche) che a sua volta può intervenire sugli istituti bisognosi di supporto senza che ciò venga considerato come “aiuto di Stato” e che, probabilmente, potrebbe trovare modalità di intervento che non obblighino l’applicazione delle regole del bail-in. Fu quello che fece la Spagna nel 2012 e che, apparentemente, visti i tassi di crescita raggiunti negli ultimi anni, pur in presenza di una crisi politica durata oltre un anno e non ancora definitivamente risolta, ha dato ottimi risultati senza che abbia provocato costi sociali o economici altrimenti insostenibili.

Perché, per una volta, non provare a trasformare un rischio in una grande opportunità?

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