Governo
L’angelo custode
L’unica cosa giusta che ha detto Di Maio negli ultimi mesi è che il presidente Mattarella è l’angelo custode del governo, il tutore che cerca di scongiurare l’errore di coloro che protegge.
Mattarella, nel suo discorso di fine anno, ha ricordato che i governi rappresentano tutti i cittadini – anche quelli che sono antipatici a chi governa – e che non è adatto a un contesto civile la vendetta: contro le ong, contro il mondo della cultura e della scienza, contro i cattolici o altre minoranze religiose, contro le minoranze etniche, contro l’impresa, contro il volontariato.
Ha ricordato la centralità del Parlamento, che non può essere il votificio di leggi di cui si conoscono i contenuti dopo l’approvazione.
Ha ricordato che se lo Stato non è in grado di adempiere ai suoi doveri di tutela dei soggetti più deboli (anziani soli, malati terminali, famiglie povere, disabili) non è consigliabile punire il terzo settore che lavora in sostituzione dello Stato.
Ha ricordato che prevenire la dittatura della maggioranza è anche a tutela della stessa maggioranza: perché dopo i piazzali Venezia ci sono i piazzali Loreto, perché Piazza Gheorghiu-Dej può avere due volti e Norimberga può celebrare l’apoteosi della forza della maggioranza ma anche la sua tragica fine.
Non fare dell’angelo custode una cassandra o un grillo parlante è compito del governo giallobruno.
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