Governo

la trappola del securitarismo “di sinistra”

5 Maggio 2017

Minniti e Orlando, ministri Pd dell’Interno e della Giustizia, hanno avviato una campagna politico-mediatica all’insegna dello slogan “la sicurezza è di sinistra“.

La loro attenzione non si è però concentrata su terrorismo, criminalità comune, mafie o violenza di genere:  i ministri hanno scelto di adottare l’agenda della Lega Nord e hanno emanato due decreti  sull’immigrazione e la sicurezza urbana.

Già sembra bizzarro che la sicurezza di sinistra abbia le stesse priorità di quella di destra; ma ancor più sorprendente è la disinvoltura con cui il duo Minniti-Orlando ha inseguito Salvini anche nei contenuti. Sull’immigrazione Minniti, dopo aver firmato un accordo con il governo libico perché impedisca le partenze dei barconi, ha modificato per decreto le procedure legali per la richiesta di asilo, riducendo le garanzie per il richiedente (sono sparite l’udienza  davanti al giudice e la possibilità di ricorrere in appello in caso di diniego) e ha previsto la riapertura dei contestati Centri di Espulsione (CIE) con il nome di “Centri di Permanenza per il Rimpatrio” (CPR). Quanto alla sicurezza urbana, il relativo decreto introduce il “daspo urbano”, cioè una multa salata e il divieto di accedere a determinate aree del centro città per mendicanti, posteggiatori e ambulanti abusivi, ubriachi, prostitute e spacciatori.

L’approvazione di queste misure è stata accolta con entusiasmo da tutta la maggioranza, ma ha riscosso un tiepido plauso anche dai partiti di destra, come Forza Italia e la stessa Lega Nord. E, poiché l’elettorato ha mostrato di gradirle, per le forze politiche di opposizione è suonato l’allarme: occorreva “rilanciare” subito sugli stessi temi, immigrazione e sicurezza, per non farseli scippare dal governo.

Ecco perché Salvini ha (ri)cominciato a cavalcare il tema della legittima difesa (ovvero la richiesta di depenalizzare completamente l’omicidio compiuto da chi sorprende un intruso in casa propria) brandendo lo slogan “la difesa è sempre legittima“. Per non lasciarsi sorpassare, la maggioranza ha approvato una legge di riforma della disciplina della legittima difesa, ritenuta insoddisfacente dalle destre ma comunque preoccupante per chi teme il proliferare del possesso di armi. Il prossimo round è atteso in Senato: c’è da scommettere che la Lega alzerà di nuovo i toni –  e chissà fin dove il Pd si spingerà per inseguirla…

Il Movimento Cinque Stelle ha scelto invece di scommettere sulla “pancia” xenofoba del Paese. Dapprima Di Maio ha suscitato una polemicuccia con gli immigrati rumeni; poi ha rilanciato le dichiarazioni del procuratore di Catania Zuccaro, il magistrato che aveva accusato le Organizzazioni Non Governative (ONG) – che con le loro navi effettuano missioni di  ricerca e soccorso ai migranti al largo della Libia – di connivenza con i trafficanti, salvo poi ammettere di non avere prove al riguardo. Il tema è stato immediatamente ripreso dalla Lega, mentre Forza Italia ne ha rivendicato la primogenitura e Forza Nuova si è esibita in un’azione dimostrativa contro la sede di una ong.

Da ultimo, il governo ha messo in scena a Milano – per iniziativa del questore Cardona – una spettacolare operazione di prevenzione e controllo che ha coinvolto agenti di polizia in assetto anti-sommossa, guardie a cavallo e persino un elicottero: il bilancio – 52 persone tra migranti  e senza tetto portate in questura, nessun fermo e nessun arresto – ha reso evidente l’inutilità dello sforzo, che è comunque stato cavalcato da Salvini con furbo opportunismo lepenista.

La svolta securitaria dei ministri del Pd ha insomma innescato una spirale perversa, in cui ciascuna delle principali forze politiche (destra, maggioranza, M5S) sfida le altre alzando l’asticella: il risultato è che tutti i media parlano solo di traffico di migranti e legittima difesa,  i toni si fanno sempre più aspri e le espressioni di xenofobia e di elogio della “giustizia fai-da-te” dilagano nei social media.

E’ una legge della vita che, se non si ha abbastanza fiato per inseguire un avversario, è meglio lasciar perdere e evitarsi la figuraccia: al momento, l’unico effetto delle iniziative di Minniti e Orlando è stato mettere Salvini e di Maio al centro del palcoscenico mediatico e riportare la destra in vantaggio in tutti i sondaggi elettorali. Non c’è da sorprendersi: un Pd che imita le politiche leghiste è poco convincente per gli elettori di destra e insopportabile per quelli di sinistra, da cui la perdita netta di consenso.

Il Pd farebbe meglio ad abbandonare l’inseguimento della fuffa verde, se non per ragioni ideali (che pare aver smarrito), almeno per puro e semplice pragmatismo elettorale: chissà se il neoeletto Segretario Renzi se ne accorgerà da solo o se sarà necessaria la consulenza di una costosa agenzia di marketing politico. Nel frattempo, purtroppo, il nostro dibattito pubblico si è ulteriormente imbarbarito: meno male che c’è chi è ancora in grado di non farsene travolgere

 

 

 

 

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