Governo

La scelta di Giorgia Meloni, coerenza o strategia?

9 Febbraio 2021

È apparsa una mossa rivoluzionaria il fatto che Draghi giocasse la carta europeista, scegliendo di fare debito comune per affrontare la pandemia attraverso il ricorso al Recovery fund. Cosa invece abbastanza scontata considerando la sua vocazione e il suo ruolo storico; ciò che sembra più rivoluzionario, invece, è la scommessa della Lega di far parte di un governo che si orienta verso una sovranità europea condivisa, che proclama di ispirarsi ai partners europei e a una politica estera comune, che non potrà non tener conto di questioni urgenti come quella legata all’immigrazione.

Giorgia Meloni, nel mostrare coerenza dinanzi a un’accozzaglia di programmi di partiti, afferma che Draghi potrebbe scoprire che c’è un partito di opposizione che ha a cuore il destino dell’Italia e che potrebbe dimostrarsi più leale dei partiti di maggioranza, non fosse altro che prova a dare una mano e non chiede in cambio alcun ministero. Non crede nella scommessa della Lega di rendersi, a livello internazionale, un possibile candidato al governo in Italia.

 

Giorgia Meloni, scegliendo di non saltare sul carro del traghettatore che ristabilirà le sorti dell’Italia, sta giocando un grosso azzardo. Sebbene non parli apertamente dell’errore del suo storico alleato smentendo le affermazioni di un’unità di intenti, di scelte e di programmi che li ha tenuti sempre insieme nonostante l’avvicendarsi di periodi difficili e crisi complesse, pare evidente la sua rincorsa su Salvini. Sta scommettendo su una diversificazione dalla Lega, si sta configurando, in realtà una competizione forte su chi sarà il leader di punta del centro destra. Proclama la sua piena collaborazione, ma è pronta a scommettere che il governo non troverà punti di incontro e che ben presto le diversità di vedute verranno a galla, creando strappi e lacerazioni.

 

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