Governo
La Lorenzin “dimentica” che non serve la ricetta per la pillola del giorno dopo
Per la pillola del giorno dopo non serve più la prescrizione medica. La decisione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) risale a febbraio. Ma per il sito del ministero della Salute, guidato da Beatrice Lorenzin, non è così. Basta visitare il portale per apprendere che non c’è stato alcun aggiornamento. Alla voce Contraccezione ormonale, dal quesito numero 16, si parla infatti della pillola del giorno dopo. E viene quindi, giustamente, spiegato che «l’azione contraccettiva è limitata al solo rapporto non protetto avuto prima dell’assunzione» e che «la contraccezione d’emergenza ormonale non protegge dalla gravidanza qualora si verifichino altri rapporti a rischio durante lo stesso ciclo».
Ma sul punto numero 17, sul tema contraccezione ormonale, si legge sul sito del ministero:
È necessaria la prescrizione medica che può essere richiesta al medico di famiglia o al consultorio familiare; al di fuori degli orari di ambulatorio o di chiusura del consultorio, qualsiasi medico può prescrivere il prodotto ed in caso di estrema necessità, ci si può rivolgere anche alla guardia medica ed infine al pronto soccorso.
La determina dell’1 febbraio dell’Agenzia del farmaco, invece, indica chiaramente che per il medicinale Norlevo (comunemente definita la pillola del giorno dopo) «è autorizzata la modifica del regime di fornitura da: medicinale soggetto a prescrizione medica da rinnovare volta per volta a medicinale non soggetto a prescrizione medica (per le pazienti di eta’ pari o superiore a 18 anni)».
La questione è stata portata all’attenzione del Parlamento con un’interrogazione del senatore del Pd, Luigi Manconi. Il sollecito è quello di «apportare tempestivamente le dovute correzioni sul sito del suo Ministero, in relazione alla soppressione dell’obbligo di prescrizione medica per la pillola del giorno dopo» e di «promuovere una campagna informativa rivolta alle Regioni e alle Aziende sanitarie locali ed ospedaliere, affinché milioni di donne che vivono in Italia siano in grado di acquisire un’informazione (quella sulla soppressione dell’obbligo di ricetta per la “pillola del giorno dopo”) di grande rilevanza per la loro vita».
Manconi, interpellato da Gli Stati Generali, ha comunque evitato la polemica politica. «Credo che il problema sia per una grave disattenzione nella gestione delle informazioni. L’esperienza mi ha insegnato che nella gestione della pubblica amministrazione, gli errori vengono prima del “dolo” politico”. Sul caso erano già intervenuti, a marzo, i Radicali. Invito il ministro Lorenzin a destinare parte del suo attivismo all’opera di informazione alle donne, rigorosamente e doverosamente istituzionale. Così, forse, si potrebbe recuperare il tempo perduto, visto che anche sulla liberalizzazione della “pillola del giorno dopo” l’Italia arriva al traguardo con la maglia nera, dopo Stati Uniti, quasi tutta l’Europa e mezzo mondo”, aveva affermato Silvio Viale. E a distanza di oltre tre mesi sul sito del ministero non è cambiato nulla.
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