Governo
La frattura antropologica che incombe sul contratto fra Lega e 5 Stelle
Leggendo l’interessante articolo di Paolo Natale, raccolgo l’invito al gioco estivo. L’ipotesi è quella di un unico schieramento delle due forze oggi al governo, un ulteriore sviluppo della mossa tattica del contratto in una visione organica e duratura.
Considerando i dati socioculturali Atlas, che analizzano e permettono di confrontare il profilo degli elettorati, si confermano le analogie tra i due mondi. In particolare li unisce il tema del protezionismo nelle molteplici sfumature, con un anelito xenofobo e autoritario. Accomunati dalla propensione alla chiusura convergono anche nelle spinte emozionali prevalenti, connotate dai sentimenti vendicativi di rabbia e paura.
A partire da questa base comune è possibile tuttavia ravvisare delle differenze significative, a testimonianza dell’eterogeneità socioculturale che potrebbe minacciare l’ipotesi unitaria. La prima spaccatura evidente si riscontra sul tema dei diritti civili, che potrebbe costituire un motivo di non cedimento e di scontro a partire dalle sensibilità grilline.
Un altro scoglio importante è rappresentato dall’anelito alla partecipazione dal basso del Movimento 5 stelle che convive con difficoltà con l’impeto decisionista degli alleati. Inoltre c’è la questione dello stato sociale, che è balzata in primo piano con i recenti avvenimenti e impone di tenere conto dell’avversione storica degli elettori della Lega.
Vediamo dunque che le apparenti affinità non sono al riparo da possibili fratture importanti, che rimandano alla costituzione stessa antropologica e sociale del nostro Paese e alla sua evoluzione.
Diverse sono le visioni del futuro e la relazione con il passato, in sospeso tra utopia e innovazione per il M5s e ribellione e arroccamento per la Lega.
Da questo punto di vista nel complesso si potrebbe evidenziare una principale differenza tra le due costole dello schieramento unico: mentre i 5S (elettori e leader che li rispecchiano) vanno fatalmente spesso in contraddizione con se stessi e sconfinano costantemente nell’ambivalenza, Salvini interpreta soprattutto il bisogno di identità e l’imperativo della coerenza dei suoi elettori. Possono stare insieme queste polarità antitetiche?
In gioco ci sono due versioni antagoniste della modernità e del cambiamento generazionale. Dallo stato liquido siamo passati direttamente a quello gassoso, non senza la ricerca disperata di basi solide.
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