Governo
La firma di Salvini sul governo: ecco cosa c’è nel decreto sicurezza
Arriva il giorno del Decreto Sicurezza. Forse già oggi infatti sarà votato il testo di legge particolarmente caro al Ministro Salvini, e discusso invece da alcuni pezzi del M5S. Proprio per evitare discussioni parlamentari, emendamenti e spaccature, la maggioranza ha deciso di percorrere la via della questione di fiducia su tutto il testo. Proprio la stessa formula parlamentare molte volte utilizzata dal Pd nella scorsa legislatura e altrettante volte veementemente contestata dallo stesso Movimento. Ma cosa prevede il decreto? Quali sono i punti salienti? Vediamoli insieme.
Anzitutto, sparisce la protezione umanitaria. Prevista dal Testo unico sull’immigrazione è una delle tre forme di protezione garantire agli stranieri, con l’asilo politico e la protezione sussidiaria. Con il decreto legge Salvini la protezione per motivi umanitari viene sostituita da un permesso di soggiorno per “casi speciali”. In questi casi rientrano coloro che versano in condizioni di salute definite di eccezionale gravità, oppure in situazioni di contingente ed eccezionale calamità o hanno validi motivi civili. Nei procedimenti in corso, alla data di entrata in vigore del decreto, per i quali la Commissione territoriale non ha accolto la domanda di protezione internazionale e ha ritenuto sussistenti gravi motivi di carattere umanitario, allo straniero è rilasciato un permesso di soggiorno recante la dicitura «casi speciali» della durata di due anni, convertibile in permesso di soggiorno per motivi di lavoro autonomo o subordinato. È previsto inoltre un permesso di soggiorno per coloro che si distinguono per “atti di particolare valore civile”.
Prolungamento della permanenza nei Cpr. Gli stranieri che sono trattenuti nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), ex Cie, in attesa di essere rimpatriati, potranno essere trattenuti al massimo per 180 giorni (articolo 2). Prima il limite era fissato a 90 giorni.
Trattenimento dei richiedenti asilo e degli irregolari ai valichi di frontiera. Si avranno a disposizione trenta giorni negli hotspot per accertare identità e cittadinanza dei richiedenti asilo (articolo 3). Gli stranieri irregolari, (articolo 4) potranno essere trattenuti negli uffici di frontiera, qualora non ci sia disponibilità di posti nei Cpr e con l’autorizzazione del giudice di pace, su richiesta del questore.
Spinta ai rimpatri. Il decreto all’articolo 6 prevede fondi per 500mila euro nel 2018 e un milione e mezzo di euro nel 2019 e un altro milione e mezzo nel 2020 dedicati ai rimpatri.
Revoca dello status di richiedente asilo e protezione internazionale. La lista dei reati che comportano la sospensione della domanda d’asilo o della protezione sussidiaria si allunga. Saranno inclusi i reati come la violenza sessuale, la produzione, detenzione e il traffico di sostanze stupefacenti, la rapina e l’estorsione, il furto in appartamento, la minaccia o la violenza a pubblico ufficiale. La domanda potrà inoltre essere sospesa se il richiedente ha in corso un procedimento penale per uno dei reati che comporterebbe il diniego dell’asilo. Se il rifugiato tornerà nel paese d’origine, anche per brevi periodi, perderà la protezione internazionale e quella sussidiaria.
Il Sistema di accoglienza cambia e riguarderà solo alcune categorie. Il Sistema per l’accoglienza dei richiedenti asilo e dei rifugiati (Sprar), quello gestito dai comuni italiani, sarà limitato solo a chi è già titolare di protezione internazionale o ai minori stranieri non accompagnati.
Riforma della cittadinanza. Il decreto prevede la modifica della legge italiana sulla cittadinanza del 1992. La domanda per l’acquisizione della cittadinanza potrà essere rigettata anche se è stata presentata da chi ha sposato un cittadino o una cittadina italiana. Prima non era possibile. Il contributo richiesto per la domanda aumenta da 200 a 250 euro, inoltre è prolungato fino a 48 mesi il termine per la concessione della cittadinanza sia per residenza sia per matrimonio. Per chi ha commesso reati legati al terrorismo e può essere un pericolo per lo Stato ed è stato condannato in via definitiva sarò possibile la revoca della cittadinanza per decreto del presidente della repubblica su proposta del ministro dell’interno.
Controllo, anche attraverso dispositivi elettronici, dell’ottemperanza al provvedimento di allontanamento dalla casa familiare. L’articolo 16 del decreto estende le ipotesi di reato che consentono al giudice di adottare il provvedimento di allontanamento dalla casa di famiglia e prevede inoltre l’uso del braccialetto elettronico anche per imputati dei reati di maltrattamento domestico e stalking.
La polizia può usare i taser. L’articolo 21 stabilisce che le polizie municipali dei comuni con più di centomila abitanti possono sperimentare l’uso dei taser, cioè di armi a impulsi elettrici, e poi con regolamento comunale decidere di continuare ad usarle.
Estensione dei daspo di Minniti. I daspo (divieti di accedere a manifestazioni sportive) saranno estesi anche a chi è indiziato per reati connessi al terrorismo. Il cosiddetto “daspo urbano”, introdotto da Minniti nel 2017, si potrà applicare anche nei presidi sanitari, in zone in cui si stanno svolgendo fiere, mercati e spettacoli pubblici. Infine, il blocco stradale tornerà a essere un reato e non una violazione amministrativa.
L’ultima parte del decreto riguarda la criminalità organizzata e i beni confiscati alla mafia. Lo scambio di informazioni tra le diverse amministrazioni interessate al fenomeno della criminalità organizzata è rafforzato. I subappalti sono sanzionati con la reclusione da uno a cinque anni, l’apertura dei cantieri dovrà essere comunicata al prefetto per i controlli antimafia, sarà rafforzato lo scambio di informazioni tra i diversi organi di polizia, la possibilità di nominare commissari antimafia nei comuni in cui sono emerse irregolarità. È previsto anche un inasprimento delle sanzioni nei confronti di chi organizza l’occupazione di immobili con la reclusione fino a quattro anni e la multa. Sarà possibile usare le intercettazioni nelle inchieste su chi occupa degli immobili. Infine, il decreto prevede la riorganizzazione dell’agenzia che si occupa della gestione dei beni confiscati dalla mafia.
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