Governo

La donna silenziosa e il suo assordante silenzio

Giorgia sembra aver perso l’uso della favella. Forse perché in passato ha parlato troppo?

22 Febbraio 2025

La donna silenziosa (Die schweigsame Frau) è un’opera buffa di Richard Strauss su libretto di Stefan Zweig (da una più antica commedia di Ben Jonson), dove si narra di un burbero infastidito dai rumori che cerca una moglie silenziosa. Timidia, la moglie procuratagli dal barbiere (c’è sempre un barbiere factotum nelle opere buffe), subito dopo il matrimonio diventa una furia, altro che silenziosa. Un po’ un Don Pasquale, un secolo dopo. Il dramma giocoso che invece vede attualmente protagonista la nostra Giorgia presidenta, è di segno opposto: da logorroica erinnicamente incazzata diventa muta. Ed è un dramma giocoso, meglio grottesco, perché le attitudini di lei e dei suoi sono degne di una farsa, tragica perché recitata sulla pelle di tutti noi. Non hanno superato la fase infantile, Giorgia e i suoi Fratelli, asilo Mariuccia.

Giorgia ci aveva abituato alla sua voce, sempre alterata, sempre in guerra con qualcheduno, io sono Giorgia, sono una donna, sono una madre e sono cristiana! Perbacco! Io sono, io sono, io sono, il festival dell’ego. Ogni tanto scappava la prima persona plurale, per darsi un po’ di maestà in più. Sempre sull’orlo di un’evidente crisi di nervi, altro che fase dello specchio, anche la figura riflessa andava a nascondersi per paura dell’originale.

Da qualche giorno, invece, Giorgia tace. Su tutto. Non sa più che dire e se dice non lo spiega. Non sa più che sillogismi utilizzare perché qualsiasi formula colei usi le si ritorce contro. Ma non perché ci sia un nemico in agguato che remi contro di lei, è lei che rema contro sé stessa. Tutto ciò che ha detto, tutto ciò che ha fatto, tutto ciò che ha sostenuto puff! è sfumato nella più pura contraddizione. Ha fatto tutto lei. La crisi di nervi senza dubbio ha luogo, ma, stavolta, in un luogo privato, non conviene esternare in simili momenti.

Ricordo la sua voce spalmata sulle tv, sui social, sui video postati dai suoi sostenitori (ciechi, sordi e pure mancamentati, anche quel mio famoso cugino). Se è contro i magistrati perché perseguitano i politici, poi, se la Giustizia fa il suo corso e assolve, per esempio, uno a caso, Salvini, allora la giustizia e i magistrati funzionano. Se invece condanna Santanchè e Dalmastro, altri due a caso, la giustizia è ad orologeria, i magistrati sono comunisti, corrotti, eccetera, la giustizia non funziona mentre i suoi ministri, o sottosegretari o compagni di partito, sono sempre di specchiata onestà. Cecità o mala fede? Propendo per la seconda.

Piccolo particolare: Dalmastro è sottosegretario proprio alla Giustizia, cortocircuito. La Giustizia che, in quanto tale, secondo le leggi vigenti, condanna il suo sottosegretario che non le ha rispettate (se, a sua insaputa, ancora più grave) è un bell’esempio di legge uguale per tutti.

Giorgia li difende, resteranno lì dove sono. Ma non dice altro, tace il labbro e il cervello (il nostro) lavora, come diceva Franca Valeri nel monologo di una delle sue donne dell’italietta.

Quando poi la Giustizia è internazionale allora è un complotto alla Spectre, ce l’hanno con noi. Le carceri in Albania “funzioneranno” futuro semplice (si fa per dire, semplice) indicativo (che, appunto, è indicativo in un altro senso, quello dell’insipienza totale del soggetto parlante che ne fa uso), terza persona plurale. E intanto noi paghiamo (oltre alla speculazione edilizia in terra straniera, anche il suo stipendio e quello delle guardie) per il nulla.

Anche la Corte Costituzionale, che boccia le leggi dell’Autonomia Differenziata (chissà dove andrà buttata e smaltita), è un complotto! E intanto si perde tempo con leggi inutilizzabili, oltre che inutili, e i problemi si ingarbugliano sempre più, non si fa ma non si dice.

Ambarambà cicì cocò, il bimbominkia a chi lo dò? Ma a Salvini, naturalmente, non è detto ma è scritto. Nelle chat. Segreto di Pulcinella, diremmo noi, lui lo dimostra ogni giorno che Dio mette in Terra. Forse lo diamo anche a Zelensky dopo che The Donald ha deciso che lo è. Però non si può ancora proclamare, soprattutto dopo che, anche nel recente passato, hai abbracciato ripetutamente il povero bimbominkia ucraino, incoraggiandolo a resistere. Era vero? Era una finta? Era pura compassione? Il silenzio è più prudente, sebbene ipocrita.

E l’amatissimo Donald, appunto: MAGA, MEGA… miga, piuttosto, miga, miga, senti a me, Giorgia, non è miga stato un buon affare. Per Donald sei nullità (anche per altri, forse), nell’immensità.

Solo per questo, unito a tutto il resto, ci si aspetterebbero delle dimissioni in massa da parte di un governo arraffone, disonesto, millantatore, superbo (inutilmente), in modo che il Presidente, quello vero, quello della Repubblica, potesse sciogliere le camere e indire nuove elezioni. Ma in un momento simile troverebbe, come sempre, le opposizioni impreparate che, anziché ingegnarsi a elaborare futuri programmi di governo stanno lì, come sempre, a blaterare senza proporre alternative concrete, nero su bianco: ossia non dovevate fare così ma così, il rimedio è questo non ciò che avete proposto voi, al posto di critiche senza un vero costrutto e una visione di politica estera che quasi quasi potrebbe andar bene per le favole di Mamma Oca. La politica estera di Giorgia è, di contro, per una trama di film dell’orrore, con protagonisti lei, Trump, Orbàn, Musk, Almasri e compagnia cantante. In tutto questo, ciccia, ci si tiene la donna silenziosa a fare altri danni.

Taci, taci, che è meglio, ogni tanto il silenzio è d’oro. E, visto che siamo in tema di Stati Uniti ricordiamo una frase di un vero presidente, di statura assai elevata, Abraham Lincoln (o altri, a cui la frase è attribuita, come Oscar Wilde, Mark Twain, Maurice Switzer, addirittura Jonathan Swift: la frase è comunque saggia e pertinente):

“Meglio tacere e dare l’impressione di essere stupidi, piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio!”

Bye bye, Giorgia, buon viaggio. Sarà il tuo viatico.

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