Governo
La crisi di governo e le domande di mia figlia che non trovano risposta
Nella calma del letto fioccano le domande. Calma si fa per dire, fuori il termometro segna costantemente 30 gradi, e sono le undici di sera. E’ tutto il giorno che avevo promesso che le avrei risposto, adesso è arrivato il momento. Babbo, ma la fiducia cos’è? E comincia un breve ripasso di cose che in questi mesi le avevo già spiegato. Il Parlamento, chi lo elegge, il Governo, chi lo nomina, e i poteri del Presidente della Repubblica. Lei segue e appunta nella testa. Il passaggio più complicato da spiegare è quel sì del Senato alla fiducia, lei dice l’hanno votata, io cerco di farle capire che è stato un voto fatto senza ampi pezzi del Parlamento, e nella fattispecie Lega, Forza Italia e 5 Stelle. E dico, è una fiducia risicata. E arriviamo al gioco del Risiko, secondo un’etimologia nemmeno del tutto sbagliata della parola da me appena pronunciata.
Lei chiede, ma se domani quelli che oggi non hanno votato per Draghi tornassero indietro, si pentissero di quello che hanno fatto, lui potrebbe tornare? E questa domanda è ancora più difficile della prima che mi ha fatto. Perché di mezzo ci sono tutte le liturgie della politica che quando ero uno studente di giurisprudenza non comprendevo affatto, e che invece adesso comincio a interiorizzare, senza che suscitino in me odore di scandalo. Io le spiego che per far tornare Mario Draghi servirebbe un mea culpa solenne, e tanta cenere sul capo, di quelle forze che ieri al Senato sono rimaste a braccia conserte mentre Draghi pronunciava il suo discorso, di quelle stesse forze che hanno dei ministri nel governo Draghi, e che con quell’atteggiamento hanno picconato non solo l’azione di governo di Draghi, ma anche di tutti i ministri seduti negli scranni accanto a lui.
Le domande di mia figlia si fermano qui. Sicuramente sta pensando che se la televisione sta dando tanto spazio a un evento politico come quello di oggi, mercoledì 20 luglio 2022, significa che è una cosa importate. E la posso tradurre così: sta succedendo qualcosa che era meglio se non succedeva. Perché la lista delle cause-effetto messe in moto per un singolo evento a volte è molto più lunga di quanto uno possa immaginare. E so già quali saranno stasera le sue nuove domande: babbo, ma la finanziaria cos’è? E l’esercizio provvisorio? Mattarella adesso cosa farà? E i provvedimenti importanti che erano in via di definizione? E la borsa perché risponde male a tutte queste cose? Poi arriverà la più difficile, lei dirà: quando hanno eletto Mattarella nuovamente Presidente della Repubblica gli hanno chiesto di restare al suo posto per evitare che Draghi lasciasse la presidenza del Consiglio di Ministri, era sette mesi fa, e adesso tutta questa urgenza sembra essere passata, perché? Già, perché? E su questa domanda sarò costretto ad ammettere di non avere una risposta nemmeno io.
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