Governo
Italia Bordel-line
No, abbiamo veramente superato ogni limite. Pensavamo che Ruby Rubacuori, la nipotina di Moubarak, le olgettine, le igieniste dentali di Mignottocrazia, e le meravigliose, splendide, irresistibili barzellette di Berlusconi, Romolo e Remolo, l’esportazione di macchia mediterranea, e le varie perle cavalleresche fossero il massimo raggiungibile di una classe politica decadente.
Eppure le telenovelas di quest’estate hanno superato l’inimmaginabile e si aggiungono alla saga delle fratelle d’Italia che sono una miniera di banalità e di tasciume che superano di gran lunga il cavaliere di una volta. Il cognaministro non è più cognato perché la sorella del presidente del consiglio ha fatto basta, che si aggiunge al basta fatto poco tempo fa da Giorgia col giornalista dai commenti pesanti alle colleghe in tv e padre di sua figlia. In famiglia solo donne, si sta meglio, evidentemente. Forse converrebbe porsi delle domande.
Ma la ciliegina è la vicenda surreale del ministro della cultura (colla minuscola) Gennaro Sangiuliano, sempre lui, che prima espone la bellona di turno (belle le foto ricordo di Pompei), naturalmente bionda, la bella Maria Rosaria Boccia cui avrebbe dato un incarico ministeriale, per poi smentire, per poi farsi smentire da lei che rivela tutto ai media con registrazioni e e-mail, per poi ammettere in televisione che c’era una nube ardente d’amore tra loro che però andava celato, per pudore? no, perché la moglie di lui non ci sarebbe rimasta tanto bene. E Giorgia: dimmi che non è vero, e lui: ma certo che non è vero, eppure è vero, è vero, è vero, mi sono innamorata, pazza di te, cantava la Vanoni, forse ero, chi lo sa, soprappensiero. E piange in diretta, il ministro, è uno di noi, come a Carramba, che sorpresa!
Ma la cosa grottesca è che tutto questo avviene in una commistione di vita politica pubblica e privata che le trame dei feuilleton, che egregi autori s’inventano giorno dopo giorno, sono scipite, al confronto.
La stampa è inevitabilmente costretta a occuparsene perché se dovesse occuparsi di ciò che questo governo realizza non scriverebbe nulla. Almeno dal punto di vista del pettegolezzo questo governo sembra altamente specializzato, avranno imparato da Berlusconi.
La quantità di gaffe, di sproloqui, di volgarità, di svarioni culturali, storici, geografici, e di tante altre cose che mai avremmo sospettato potessero avvenire nella realtà, rende il nostro attuale governo la sede di un palcoscenico di cabaret permanente. Fate entrare i pagliacci!
Queste sono le uniche cose che riempiono il quaderno d’appunti di Giorgia, così orgogliosamente esibito all’inizio del suo insediamento sul trono. Perché siamo sicuri che su quel quadernetto di appunti non c’è scritto altro. Forse il pensierino della sera.
Tutto questo alle soglie del G7 della cultura a Napoli, dove i colleghi stranieri di Sangiuliano si sentiranno autorizzati a dirgli: non avrai fatto come Clinton, che lasciò abbondanti tracce di liquidi sulla giacca della Lewinsky? Ahi, ahi, ahi, ministro fai da te? No Alpitour? No, non sono io, quella è la Santanchè che si occupa dei tour. Sebbene qui in Italia una cosa genere Lewinsky sarebbe piuttosto considerata una medaglia d’oro, soprattutto in ambienti di destra, dove la mascolinità è una sacra virtù che il maschio italico deve necessariamente possedere.
Scusatemi, sempre, per la banalità degli argomenti dei miei ultimi interventi, ma d’altro canto è il mondo in cui siamo immersi, vorrei tanto parlare di cultura ma se il ministro della cultura è solo un ottimo rappresentante di certa cultura trash, io che ci posso fare?
Gli aggiornamenti delle corna (e dei soldi pubblici spesi) arriveranno quando tutto sarà messo ancora più in piazza, forse in tribunale perché mi pare che Boccia non sia una che desiste, quando sarà necessario per sviare l’attenzione dalle porcate del governo, quando la gente, forse, si renderà conto che la favola dell’Italia che va bene e che è in crescita è, appunto, una favola.
Nel frattempo, baci da Pompei.
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