Governo

Io sto con Salvini

23 Agosto 2019

Tifo per Salvini anche se sono fuori tempo perché è una crisi di governo che non mi squassa, mi spaventò di più il Mojito dei pieni poteri a Pescara: niente menta e molto olio di ricino ben mescolato non con cannuccia ma con legnoso nerbo. Come ci ha spiegato il Matteo Senza Testa, un bel rimpasto con Di Maio Presidente del Consiglio (perché un pegno va pagato) e lui saldamente al Viminale a fare argine col petto alla invasione dei migranti del Dio sbagliato sotto l’immagine rassicurante e protettrice di una Madonna post tridentina, quella del Tiziano del Duomo di Verona e non del Tiziano dei Frari di Venezia. Poi una finanziaria da 50 mld in banconote del Monopoli, a Topolinia gli togliamo pure le accise e sindaco di Paperopoli ci mandiamo Bagnai vestito da Rockerduck che così i poteri forti di Zio Paperone si incazzano. O forse no, perché tecnicamente la Finanziaria è già fatta da Tria il mese scorso con i saldi del DEF che così si fa meno fatica e si continuano a sparare mirabolanti cimenti fiscali dell’anno che verrà sempre dopo quello di adesso.

Perché, vedete, dopo la Heterogonie der Zwecke, (tradotto: La Grande Cazzata, ndr) di inizio agosto non bisogna lasciare a questa inutile schiera di quarantenni non sfiorati, che dico!, non inquinati dalla politica (per carità! La politica è una gran brutta parola per i contrattisti) ma ben consci del posto, inetti al governare ma lucidissimi sul potere, non bisogna lasciare, dicevo, alcuna scusa: devono andare coerentemente a fracassarsi, primo per un dovere di chiarezza nei confronti del popolo. Invocano Maria? E io voglio la prova di Dio, voglio vederli camminare sui carboni ardenti di un rapporto che non ha nulla di politico nel senso alto del termine, che nega la mediazione come arte liberale, che non ha uno straccio di visione sociale del paese, che non ha una idea condivisa della sua collocazione internazionale, che non ha nemmeno una constituency elettorale radicata negli interessi da rappresentare se non una serie di contraddizioni rancorose.

Vedete, l’intervento del premier Conte è stato emblematico: poteva dire che il dissidio profondo stava sulla politica degli sbarchi o sulla formulazione di un decreto sicurezza che ha cambiato faccia nella sua trasformazione da decreto di governo a legge dello Stato. No, di politica non si può parlare perché poi si paga il conto elettorale: meglio dire che è stato un “Tradimento” personale (memorabile la vignetta “mo’ ci arrivo, sta a pagina 4”) come se il “tradimento” fosse una categoria della politica e non attinente invece alla sfera dei rapporti personali che in politica non devono mai, dico mai entrare. Se tu rinfacci a uno, chessò, Bibbiano o altro come fosse un problema di moralità personale è poi difficile farci le maggioranze (salvo badilate di Alka Seltzer).

Ricordo una discussione non facile in merito con Giovanni Spadolini in cui si sosteneva che non si potesse sollevare la “questione morale” verso socialisti e democristiani e poi farci le maggioranze, ma almeno la statura intellettuale era possente e solida la sua risposta fu quanto la stazza fisica: qui siamo al Capitone, e non dico altro, e la questione morale è decaduta in comode rate.

Vedete, il Truce di nuovo in tolda è un atto di verità: niente elezioni, logoramento inevitabile (quello che Salvini & Morisi avevano capito stava per verificarsi), elezioni a data da destinarsi con la Lega (a detta loro se no veramente non si capisce il perché della sfiducia) in declino. Data lontana? Ma no, dove volete che vada una maggioranza di smandrappati di questo genere, si pianta entro sei mesi e il consenso elettorale si dissolve ben sotto la maggioranza. Perché? Ma perché la destra italiana è un magma informe, non riesce a produrre un partito conservatore stabile come possono essere i Tories di BoJo lucidi verso il disastro ma sempre ritti come sul ponte sul fiume Kwai, i Repubblicani americani o la CDU tedesca: la destra italiana non è una cultura di governo e non è una rappresentazione sociale, ondeggia sulla immagine dell’unto del Signore o del profeta di Maria purchè divorziato e sommamente incoerente, che sia il Silvio fintissimo liberale filoeuropeo o il Truce dei pieni poteri del Mojito.

Bene, sic stantibus rebus e tenuto presente che tengono tutti famiglia, i renziani sì sed etiam i giovani leghisti che non ancora parlamentari guardano i sondaggi come fosse una pagina di Trip Advisor sognando la loro casetta a Roma e la svolta nella loro nullafacente vita; oppure gli accasati stellati che di tornare nel nonnulla non hanno voglia; o lo Zingaretti di turno che bene ha imparato la lezione della Volpe di Gallipoli e cambia le carte in tavola come gli pare e piace certo che l’antipatia verso altri sia più forte di quella verso di lui; ecco, tenuto presente questo bel partouze per nulla libertino ma noiosetto quanto una beghina meglio farli vivere ancora con una bella flebo quirinalizia nel braccio e toglierseli dai piedi tra sei mesi, non uno ma tutti e due i dioscuri.

Deve essere per questo che non sono riuscito fino a oggi ad appassionarmi, a scrivere una sola riga se non battute su Facebook a proposito dei gravi (si fa per dire) accadimenti ferragostani: qui di politica non c’è proprio nulla, non c’è uno straccio di pensiero: pance e antipatie sì, eccome miei signori! Ma sì sa, siete una generazione politica un po’ così così, bisogna farvi sfogare, laonde avanti tutta con la premiata ditta DiMaio-Salvini. Tanto gli italiani non sono poveri abbastanza per fare l’unica cosa sensata: incazzarsi e prendervi a calci nel sedere, due calci per ogni balla raccontata che così sì che se ne fa di strada senza accise. Ma questo è un altro capitolo che mi pare più interessante: a presto…!

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