Governo
Il professore a palazzo Chigi con la classe dei ripetenti
No, non vi preoccupate. Questo articolo non parlerà di una riedizione di qualche classico del cinema italiano un po’ scollacciato degli anni settanta. Anzi. Ci si concentrerà su un nuovo tipo di politico, o almeno ci si proverà. Nuovo, ma anche vecchio, vecchissimo.
L’idea ci è venuta guardando l’immagine del giuramento del nuovo governo qualche giorno fa ed è stata rafforzata dalla prima prova pubblica dell’esecutivo, quella della fiducia alle camere. Tra lezioni ripetute a memoria (che danno quella sensazione di appiccicaticcio che tutti ricordano dalle proprie esperienze scolastiche), appunti che si perdono, citazioni a vanvera a condire una pietanza troppo sciapa e compagni di banco che si parlano convulsamente alle spalle (ma anche davanti) al professore, è cominciato il viaggio del Conte I. Guardate la foto del gruppo in un interno “Camera”: il professore accigliato che guarda gli altri dall’alto in basso (ce ne sono un paio, più o meno anziani), il cocco del preside Mattarella e del professore di lingue, quello che pare essere lì per caso, quella che si vede resterà zitella a vita e quelle invece che fanno sfoggio di una verve e di una risata contagiosa, il secchione, quello che fa finta di esserlo e si siede vicino al professor giovane che occhieggia le alunne e anche un piccolo, ma tutt’altro che irrilevante, gruppo di ripetenti.
Tra questi una figura è quella che è stata, inevitabilmente, più in vista di altre. Cominciamo dalle cronache: “Matteo Salvini dà qualche segnale di impazienza durante il giuramento al Colle, si concede un torrido bagno di folla fino a Palazzo Chigi per partecipare al primo Consiglio dei ministri della sua vita e passa veloce alla soirée per il giuramento del nuovo governo. Poi, è il Viminale. E la parola chiave è «studiare». Lo dice anche sul rinnovo degli accordi con la Libia: «Voglio capire a che punto siamo. Fatemi studiare»” Così il resoconto di uno dei maggiori quotidiani italiani, con qualche tono epico da Cinegiornale Luce d’antan, dei momenti immediatamente successivi al giuramento al Quirinale del neo ministro dell’interno.
Già queste frasi potrebbero meritare un’analisi logica a se stante, dedicata al giornalista che le ha scritte. Sentite che vis polemica? Sentite com’è puntuto contro il neo tenutario del potere? No? Ecco, fate benissimo, non c’è niente da sentire.
Ma andiamo avanti e passiamo al contenuto della dichiarazione del neotitolare del Viminale. “Fatemi studiare”. Bello,eh? Sentite come suona bene? Sentite come suona serio? Sentite l’impegno? Lo sentite? Perchè io, no. A me l’idea che uno che va fare il ministro debba ancora “studiare” mi fa un po’ paura. Perchè nella migliore delle ipotesi, mi dà la sensazione di uno sprovveduto, che può finire presto nelle mani di scafati dirigenti ministeriali più esperti di lui (quella sì, Kasta, altro che la ormai consunta e ridicolizzata politica). Nella peggiore di un soggetto un po’, come dire, “paragnosta”, che dietro la consultazione di fantomatici nuovi studi si prepara a mettere in bella idee già radicate, ma della cui consistenza in fatto di pezze d’appoggio un po’ si vergogna.
Di certo l’idea di avere un ripetente al Viminale (parlo di ripetente non in senso offensivo, ma oggettivo, vista la lunga carriera politica del soggetto di cui si parla) un po’ è scoraggiante. E mi vengono in mente anche due o tre domandelle, che purtroppo non posso recapitare di persona ma che spero vengano girate al Ministro Salvini dal suo sicuramente efficentissimo ufficio stampa.
“Ministro Salvini, prima di dire tutto quello che ha detto in tutti questi anni sulle tematiche relative all’ordine pubblico e in particolare all’immigrazione, non aveva studiato? E come ha formulato i suoi giudizi e le sue teorie, sul sentito dire e non sui dossier?” “Ministro Salvini, lei che è in politica più o meno da 25 anni (e con ruolo di leader di un partito nazionale da 5), come stila o partecipa alla stesura dei programmi politici del suo movimento, sulla base di dati oggettivi o di chiacchiere da bar?” “Ministro Salvini, lei è stato parlamentare europeo per ben tre legislature consecutive dal 2004 (per una breve scorsa al curriculum politico e personale vi consiglio la lettura di https://it.wikipedia.org/wiki/Matteo_Salvini), come ha partecipato all’attività della massima assise europea, dove si discute spesso delle tematiche a lei più care? (secondo questi link, non benissimo: https://www.youtube.com/watch?v=vholeuvuKso, https://www.ilfoglio.it/politica/2018/02/03/news/salvini-carriera-eurodeputato-176735/ e https://www.nextquotidiano.it/salvini-marine-le-pen-europarlamento/ ).
E un’ultima: “Ministro Salvini, ma davvero aveva bisogno che tutti noi cittadini pagassimo l’ultima fase del tour della sua campagna elettorale per le amministrative (prima Vicenza, poi Catania, poi chissà dove), né più e né meno come hanno fatto nei decenni scorsi molti di quelli che l’hanno preceduta? E’ questo, per lei, il governo del Cambiamento?”
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