Governo
Il lungo inverno dell’alternativa a Renzi
Anche le votazioni con le quali sono state bocciate le due mozioni di fiducia sul “Caso Etruria”hanno dimostrato che non esiste per l’immediato prevedibile alcuna possibile alternativa a Renzi. Occorre infatti aver sempre presente il fatto che Renzi è contestualmente Segretario del PD e Presidente del Consiglio in un contesto istituzionale in parte parlamentare da cosidetta prima repubblica e in parte nel contesto tutt’ora indefinibile del nuovo assetto istituzionale ed elettorale.
Fin quando Renzi conserverà entrambi ruoli è di tutta evidenza (anche se spesso non se ne tiene adeguato conto) che una qualsivoglia alternativa politica a Renzi deve poter essere ad un tempo partitica e di governo. Orbene, nessuna tra le ipotesi in campo è ad un tempo partitica e di governo. Non lo è la minoranza interna al PD perché il mantenimento del doppio incarico ( che in qualche misura fa parte della stessa vocazione maggioritaria che è all’origine stessa del PD), sembra costituire proprio il bersaglio da colpire in un prossimo congresso senza in alcun modo che sia posto in discussione il Governo Renzi.
Ne consegue il carattere tendenzialmente velleitario della stessa opposizione interna che Renzi deve fronteggiare: se non si intende in alcun modo porre in discussione il governo risulta del tutto destinata al fallimento la invocazione della separazione del PD dal governo proprio perché Renzi fonda il suo status proprio sul doppio incarico.
Ne consegue una qualche sovrapposizione tra il governo (che tende ad essere il governo della nazione) e il partito a vocazione maggioritaria (che deve vivere con una forte impronta identitaria): il primo è (anche storicamente ) il governo tendenzialmente di tutti, il secondo è (per definizione) soltanto dei suoi (iscritti o almeno simpatizzanti). Pertanto non appare all’orizzonte una qualche alternativa a Renzi proveniente dall’interno del PD.
Discorso simile deve farsi per quel che concerne le due opposizioni che sono confluite nelle due Mozioni di sfiducia respinte in Senato. Il Movimento 5 Stelle, infatti, si presenta come propositore di un soggetto politico potenzialmente alternativo alla stessa idea di partito storicamente noto. Da questo punto di vista, pertanto, il M5S può rappresentare un’alternativa di partito anche a Renzi ma non anche un’alternativa al governo perché manca di una qualsivoglia proposta di governo: le prove sin qui date nelle esperienze amministrative locali (e non solo a Quarto) rendono il M5S del tutto inidoneo a rappresentare una qualsivoglia alternativa al Governo Renzi almeno per il futuro prevedibile.
Mentre infatti l’ipotesi di un movimento alternativo ai partiti esistenti può raccogliere parte anche significativa del dissenso popolare ripetutamente testimoniato e non solo dai sondaggi di opinione, la mancanza o anche soltanto l’insufficienza della proposta di governo per l’Italia di oggi rende impercorribile per il M5S qualunque alternativa a Renzi ad un tempo partitica e di governo.
A risultati egualmente negativi conduce l’analisi delle prospettive del cosidetto centro-destra tripartito FI-LEGA DI SALVINI-FDI. In questo caso non siamo né in presenza di un partito (tuttora ipotetico) né di una qualche comune proposta di governo. Basti pensare alla geopolitica attuale dalla poolitica economica all’immigrazione. Ed è di tutta evidenza che non si può neanche parlare di alternativa partitica e di governo se non si riesce a dar vita ad un partito o se si è d’accordo su questioni essenziali di geopolitica nel mondo contemporaneo.
Il progressivo esaurirsi della centralità di Forza Italia, infatti, rende da un lato quasi impossibile la nascita di un nuovissimo centro-destra tripartito e dall’altro indefinibile una politica estera che pretende di porre insieme derive ipernazionalistiche alla Le Pen e vocazioni europeistiche alla De Gasperi.
Le prossime scadenze ci diranno se siamo in presenza di un inverno lungo (come tutto fa pensare) o se sarà all’orizzonte una primavera delle istituzioni: elezioni amministrative da un lato e referendum istituzionale dall’altro ci faranno da guida. Gli eventi internazionali, europei ed extraeuropei, forniranno la cornice del nuovo quadro politico nazionale.
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