Famiglia
(Il Grande) Fratello d’Italia
Il partito che guida il nostro governo dovrebbe chiamarsi Il Grande Fratello d’Italia, viste le telenovelas che dobbiamo sorbirci come se vivessimo perennemente nella Casa.
La grande sorella d’Italia, Giorgia Meloni, annuncia sui social che “Le nostre strade si sono divise da tempo, ed è arrivato il momento di prenderne atto”, riferendosi a come vanno le cose col compagno, il giornalista e conduttore televisivo Andrea Giambruno, incontinente verbale come altri personaggi della Destra, sembra un difetto di fabbrica.
Se è già da tempo che le cose non vanno tanto bene ci chiediamo cosa significhi: un anno, due anni, tre anni? E che valore ha allora l’esibizione ipocrita della famiglia felice, in cui ogni bambino o bambina deve avere un padre, una madre e un focolare domestico unico, da portare a modello per lo slogan tanto urlato diopatriaeffamiglia per rimbecillire gli italiani? Tutto serviva, quindi, a uso e consumo della campagna elettorale per mostrare quanto la triade fosse viva nella mente e nei comportamenti delle alte sfere del partito, cioè lei. E dove vanno a finire i princìpi secondo cui bisogna stare uniti nella buona e nella cattiva sorte, seguendo l’insegnamento cattolico, visto che Meloni è cattolicissima, sebbene Meloni e Giambruno sembra non abbiano santificato col sacro vincolo del matrimonio la loro unione?
Le cronache del Grande Fratello d’Italia riportano anche che Giambruno, solamente pochi giorni fa, si lasciava andare, parlando di una probabile prossima data per consacrare l’unione suddetta col matrimonio. E, come accade appunto coi colpi di scena del GF, la cosa viene oggi seccamente smentita da lei attraverso i social, come se ormai tutto si regolasse su facebook, X o Instagram o altri social ancora. Spetteguless, tutto ormai si svolge così. Anche il governo.
Viene da chiedersi, adesso, il grado di dignità di queste persone e, soprattutto, perché dobbiamo sentirci propinare queste vicende estremamente private in una continua incontinenza adolescenziale di cui abbiamo francamente piene le scatole. Come se vivessimo in un fotoromanzo.
Oltre che nella realtà, anche a livello di comunicazione il presidente del consiglio e i suoi ministri non ne azzeccano una, qualsiasi provvedimento prendano, affossando le pensioni e mungendo i pensionati come vampiri, non riuscendo minimamente a far fronte all’emergenza migratoria, al rischio idrogeologico del Paese, per non parlare della Sanità, della Scuola, di tutto insomma, niente escluso. Però, in compenso, ci regala storie rosa fatte di romantiche famiglie dei vip (che poi si sfasciano), pettegolezzi, e via dicendo. Tralasciando, per carità di patria, gli harèm del defunto e ipocrita ex-cavaliere, il vero colpevole di aver fatto avanzare Meloni nella politica.
E la catastrofe economica e sociale, i cui tremori disturbano già le fondamenta dello Stato, ci avvisa che da un momento all’altro sta per scoppiare. Come l’immensa palla di ferro di Prova d’orchestra di Fellini, che alla fine distrugge ogni cosa. Come è scoppiata, d’altro canto, la famiglia felice proposta come modello. Non si può proprio più sentire.
Nel frattempo le fabbriche italiane di armi intensificano la produzione per venderle nei focolai di guerra nel mondo e le migrazioni vengono definite “transumanza” sempre dall’incontinente Giambruno, mentre il ministro cognato parla di “sostituzione etnica”. Desolante.
Elettori che avete votato per Giorgia, non ve ne siete resi ancora conto del disastro che avete causato per tutti, per voi e per gli altri? Loro non sono i meno peggio, sono IL peggio.
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