Governo
Il gioco degli scacchi e le liturgie del voto per il Presidente della Repubblica
Le liturgie mi sono sempre piaciute, specie quelle istituzionali, e tra queste preferisco quelle più complicate e che riguardano l’elezione delle figure di vertice dello Stato e della Chiesa. L’elezione di un Capo dello Stato avviene con la convocazione del Parlamento in seduta comune, integrato da tre rappresentanti per ogni Regione, solo una per la Valle d’Aosta. Questo significa che noi elettori semplici possiamo stare solo alla finestra a fare il tifo. Dalla lettura dei giornali se ne ricava un borsino che viene aggiornato ogni giorno con le candidature che salgano e quelle che scendono. La data di partenza per il gioco della corsa al Quirinale è il 24 gennaio. Per tutto il resto può essere utile ricorrere a qualche figura del gioco degli scacchi.
Al momento nel campo del centro-destra c’è un solo candidato in chiaro che si è auto-imposto, è Silvio Berlusconi. Al Cavaliere è stato chiesto da Matteo Salvini di arrivare alla data del 24 gennaio con tutti i suoi numeri in chiaro, cioè quei 504 voti che dovranno uscire dallo scrutinio. Altrimenti, ha minacciato Salvini, il centro-destra farà un nome su cui sarà difficile dire di no. E questo nome potrebbe essere quello di Franco Fratini, ex Ministro degli Esteri del governo Berlusconi e da poco nominato Presidente del Consiglio di Stato. E questo potrebbe essere la ‘mossa del cavallo’, così come è stata definita ieri in un articolo di Marco Valbruzzi per la Rivista Il Mulino. Ma le quotazioni del Cavaliere oggi, a cinque giorni dal 24 gennaio, sembrano in discesa.
Da ieri si è cominciato ha registrare un nuovo vigore nelle mosse dell’attuale Presidente del Consiglio. Ci sono stati contatti da parte sua con il Presidente Mattarella e con vari ministri. I giornali raccontano di riunioni di aggiornamento sull’azione del governo e sulle misure di attuazione del PNRR. Per tutto il resto si possono fare solo alcune supposizioni, specie riguardo al dialogo che c’è stato con il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini, figura a cui fanno riferimento la maggior parte dei parlamentari democratici. E’ evidente che Draghi sarebbe disponibile ad arrivare al Colle, ma è fondamentale vedere anche il mezzo con cui dovrebbe essere condotto fino lì, in quanto lui stesso ha già fatto intendere che accetterebbe di farlo solo con una solida unità di intenti. Vedere alla voce ‘mossa del drago’ (v. articolo Marco Valbruzzi).
Nel centro-sinistra invece ancora non si fanno nomi, negli ultimi giorni si è cercato di marcare bene un punto da parte del segretario del PD Enrico Letta, quello secondo cui nessuno ha un diritto di prelazione nella proposta di un candidato per il Quirinale. Il PD appare spaccato a metà tra il sostegno a Draghi, che sosterrebbe anche Letta, e quello verso un’altra figura, a cui richiamano Orlando e Franceschini. Tra i parlamentari 5S resta sul tavolo l’opzione Mattarella-bis. Da segnalare che ieri Draghi ha incontrato anche il Presidente della Camera Fico e per Conte il premier deve restare al comando del governo. E qui siamo alla ‘mossa dell’arrocco’ (v. articolo Marco Valbruzzi), ipotesi in cui non si lascia il certo per l’incerto e si chieda all’attuale inquilino del Quirinale di rimanere dove è. Ma anche le quotazioni di un Mattarella-bis, a giudicare dai recenti tweet di Letta, Conte e Speranza, sembrano in discesa.
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