Governo
Il Conte e la Scorprana
Uno scorpione chiede ad una rana di lasciarlo salire sulla sua schiena e di trasportarlo sull’altra sponda di un fiume. In un primo momento la rana rifiuta, temendo di essere punta durante il tragitto. L’aracnide argomenta però in modo convincente sull’infondatezza di tale timore: se la pungesse, infatti, anche lui cadrebbe nel fiume e, non sapendo nuotare, morirebbe insieme a lei. La rana, allora, accetta e permette allo scorpione di salirle sulla schiena, ma, a metà strada, la punge condannando entrambi alla morte. Quando la rana chiede allo scorpione il perché del suo gesto folle, questi risponde: “È la mia natura!”.
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Finalmente, si parte. Parafrasando una celebre frase erroneamente attributa a Cavour* si potrebbe dire, “fatti i sottosegretari, ora possiamo fare il governo”. Un governo che pare “born under a bad sign“, pieno di contraddizioni al suo interno e nei paraggi e, soprattutto, pieno di nemici/amici pronti a farlo fuori appena possibile.
Un ibrido rana/scorpione che pare non avere bisogno di avversari esterni, pieno com’è di motivi per farlo saltare in aria da un momento all’altro. Tra chi si lamenta per la sottorappresentazione geografica di alcuni territori nella compagine governativa (i rottamatori, quelli che volevano far emergere il merito, ricordate? Oggi il merito pare una cosa da cercare con Google Maps, evidentemente…), a quelli che (e parliamo dei parlamentari 5s) volevano completare l’abbattimento del Capo Politico con il controllo anche della selezione dei viceministri e sottosegretari.
C’è così tanta insoddisfazione attorno al Conte 2 che pare un governo tecnico, verrebbe da dire. Ma, se andiamo oltre gli strepiti e osserviamo lo scenario nel suo complesso, forse l’avvocato ha meno da temere di quanto non sembri a prima vista. L’Europa matrigna si è fatta docile con la sua matta Italia (anche perchè altre ben più rilevanti crisi a cui pensare e si accontenta che non ci sia nessuno con incarichi di governo che parli di uscita dall’Euro un giorno si e uno no), il Parlamento è pieno di eletti a rischio non rielezione (e non solo per il taglio dei parlamentari) e il popolo dopo lo sbigottimento iniziale è tornato a pensare ai più pressanti affari suoi (anche per i motivi spiegati benissimo qui da Michele Fusco qualche giorno fa).
Tutto bene, quindi? Se non si tiene conto delle possibili pazzie dell’ibrido, sì. Certo, ci sarà qualcuno che a giorni alternati si farà sentire per ribadire la sua importanza per la sopravvivenza del governo (diciamo che la pressione comincerà intorno a metà ottobre e si svilupperà con l’inizio dell’anno venturo, magari in prossimità di qualche elezione regionale. Anzi, granducale) ma sono le sue caratteristiche mediatorie (che schifo la mediazione in politica, dicono i gonzi o gli illusi) a dare respiro alla Scorprana. E a far si che il Presidente del Consiglio nella prossima conferenza stampa di fine anno da Palazzo Chigi possa dire: “Avete visto che, in fondo in fondo, è stato un anno bellissimo, bitches?”.
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*La frase in realtà era di Massimo D’Azeglio e, addirittura, in origine intendeva proprio il contrario di quanto propalato per decenni. D’Azeglio scrisse infatti nel 1891 «Pur troppo s’è fatta l’Italia, ma non si fanno gl’Italiani» . un caso di fake news d’antan, si potrebbe dire…
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