Costume
Hanno chiuso un sito. Ecco perché abbiamo bisogno di una cultura digitale
Pochi giorni fa la Procura della Repubblica di Roma ha posto sotto sequestro il sito Gutenberg.org. Per chi non lo sapesse il Gutenberg Project è la più vecchia e ricca biblioteca online del mondo. È un sito che raccoglie centinaia di migliaia di testi, volumi, documenti, libri – senza diritti d’autore o i cui diritti sono scaduti o stati ceduti gratuitamente – che vengono messi a disposizione di tutti gli utenti. Stiamo parlando di uno strumento di straordinaria utilità per ricercatori, studenti o semplici cittadini che da anni attingono da questa straordinaria vera e propria fonte del sapere umano.
La notizia è stata data dalla stessa ong attraverso un tweet nei giorni scorsi.
L’ordinanza della Procura di Roma, eseguita dalla Guardia di Finanza, ha oscurato il sito in tutta Italia per presunte irregolarità rispetto alla legge sul diritto d’autore risalente al 1941. Si sospetta che qualche utilizzatore del sito e del suo motore di ricerca possa aver violato, indipendentemente da Gutenberg, le obsolete leggi sul diritto d’autore del nostro Paese. Di certo c’è, leggendo l’ordinanza, che il provvedimento arriva in seguito alle inchieste sui famosi canali Telegram che diffondevano quotidiani e magazine illegalmente.
Mentre si attende l’esito delle indagini, nella consapevolezza che “la giustizia farà il suo corso”, come si suol dire in questi casi, credo sia comunque doveroso fare un’osservazione.
Mi pare evidente che ci sia un’assoluta misconoscenza del funzionamento di internet da parte di molte autorità pubbliche. Italiane, ma non solo. L’impressione è che non si sappia distinguere tra siti che violano consapevolmente e volontariamente le leggi sul diritto d’autore da quelli che fanno una straordinaria opera di diffusione della cultura. Come mi è capitato di ricordare spesso, prima ancora di intervenire legislativamente, il nostro Paese avrebbe bisogno di una vera e propria alfabetizzazione digitale.
Da questo punto di vista, la discussione che si è aperta al Parlamento italiano per l’accoglimento nella nostra legislazione della Direttiva Europea sul Copyright può essere uno straordinario punto di partenza. Nei prossimi mesi, nei prossimi anni, diventerà sempre più importante rapportarci con la pubblica amministrazione in modo virtuale, sarà fondamentale fornire elementi di corretto utilizzo dei social network, elaborare strumenti che aiutino i cittadini a indirizzarsi verso fonti di informazioni serie e verificate, sapendo distinguere notizie vere della cosiddette fake news.
Il recepimento della direttiva sul copyright non potrà limitarsi a una mera e burocratica attività regolatoria ma dovrà essere lo strumento per dare alle cittadini e ai cittadini quei diritti di pari opportunità e pari accesso che sono necessari per la sopravvivenza della democrazia stessa.
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