Governo
Governo: occasione o pericolo per il centrosinistra?
Salvo clamorosi colpi di scena, il Governo Partito Democratico-Movimento 5 Stelle si farà.
Luigi Ambrosio, giornalista di Radio Popolare, lo ha sagacemente definito “il Governo dei riluttanti”. Effettivamente, pare proprio così. Poche volte due forze politiche si son ritrovate a discutere un Governo con così tanta diffidenza e reciproche ferite da dover lenire. Situazioni analoghe forse son capitate giusto nei governi di larghe intese o di unità nazionale.
Il Governo nasce perché, probabilmente, alla fine dei conti, né il gruppo dirigente del Partito Democratico, né il gruppo dirigente del Movimento 5 Stelle avrebbero davvero potuto fare altrimenti. (Nicola Zingaretti ha dimostrato di saper dirigere questa fase politica complessa senza urlare, senza la fretta dell’apparire, con concretezza e serietà.)
Mi schiero tra i “sostenitori riluttanti”: un cambio di Governo generato da una scelta di Salvini. Senza quella scelta del capo della Lega ci sarebbe ancora l’esecutivo precedente e senza la presenza di sovranisti che aleggiano sull’Italia e sull’Europa questo nuovo Governo probabilmente non sarebbe nato. Non le condizioni migliori per entusiasmarsi.
D’altronde, a questo punto, il tema è come costruire un’occasione a partire da una situazione di rischio. Dove la situazione di rischio erano le elezioni e la suggestione salviniana dei “pieni poteri” e dove l’occasione è un Governo popolare, utile al paese, che ridia una prospettiva a tutto il centrosinistra in Italia.
Ecco perché il difficile inizia ora.
Il discorso di Di Maio, ieri, dopo le consultazioni, lo ritengo il perfetto campanello d’allarme per i progressisti che si stanno imbarcando in questa avventura. Ovviamente comprensibile dal suo punto di vista: il leader di una stagione finita, che deve ripresentarsi come leader di una stagione contraria. Un inno al trasformismo post-politico. Come se davvero destra e sinistra non esistessero più. Come se davvero la competizione non fosse più valoriale, profonda, tra destre e sinistre, ma tra governi e opposizioni, in uno schema variabile sulla scia di onde mediatiche che tessono tele narrative slegate dalla società.
Attenzione! Perché l’abbiamo visto tante, troppe volte: stare al governo non genera per forza consensi, anzi.
Quindi, attenzione perché Matteo Salvini non è stato sconfitto.
Sulla base di queste riflessioni, ecco alcune indicazioni che potrebbero essere utili perché il “Governo dei riluttanti” possa diventare un governo utile al Paese e al centrosinistra.
1) Dovrà essere un Governo di rigenerazione nazionale. Non solo di svolta, ma proprio di ricostruzione. Non basteranno politiche pubbliche diverse a cambiare il Paese. Servirà investire davvero su una rigenerazione culturale e sociale. Ricostruire e diffondere anticorpi che diano vigore a un tessuto sociale sfibrato e spaventato. Ecco perché si dovrà far l’impossibile per trasformare questa operazione parlamentare in un’operazione sociale e culturale.
2) La miglior difesa è l’attacco. Il Governo nato sostanzialmente per fermare il sovranismo dovrà diventare in brevissimo tempo un Governo con una propria ragione sociale autonoma e differenziante. Al governo si sta per fare le cose che si ritengono giuste e necessarie per il Paese, non solo per rimediare i danni altrui o evitare che al governo stiano altri.
3) Raccontare cosa si vuol fare per l’Italia. Arginare le destre è un argomento importante che compatta un mondo già sensibile al tema, ma per allargare il consenso servirà raccontare le politiche di governo che cambieranno in meglio la vita agli italiani. Altrimenti le destre son destinate a tornare. La presenza al governo del Partito Democratico e dei progressisti in generale, si dovrà esprimere attraverso alcune bandiere riconoscibili. Politiche pubbliche di svolta, chiare e comprensibili, che esprimano bene l’idea di Italia democratica e progressista.
4) Responsabilità: non si sta al governo per un generico senso di responsabilità. Perché gli italiani, a torto o a ragione, associano questa idea al “governismo”. Non si può dare, nuovamente, l’idea di rappresentare una medicina fastidiosa, ma necessaria. Ecco perché questo Governo dovrà essere radicalmente responsabile. Ovvero responsabile di un cambiamento radicale (alla radice dei problemi). Ecco perché il Partito Democratico non deve cadere nella trappola della conservazione al governo. In altre parole non ci si può permettere che il Movimento 5 Stelle assuma la parte del Cambiamento, mentre i democratici e i progressisti la parte della moderazione conformista. Accettando di far parte di questo Governo si è deciso di giocare la carta del coraggio. Va giocata tutti i giorni.
5) Un Governo sociale. Il Governo dovrà essere alleato di tutte le forze associative, sociali e civiche, laiche e religiose, ambientaliste e innovative che oggi animano l’Italia. Non si ricostruisce un Paese facendo cose buone chiusi in qualche Palazzo, ma ascoltando, dialogando, aprendo i luoghi della rappresentanza e del governo. Ricostruire legami di fiducia con i corpi intermedi è precondizione per rompere quelle solitudini che generano paura, rabbia e ansia.
6) La sfida di Grillo: Governo senza politici in prima fila. E’ necessario rompere questa trappola retorica per cui esisterebbero i tecnici (competenti) e i politici (a caccia di poltrone). Non è vero ed è il momento di dimostrarlo. Esiste la buona politica: questo deve essere lo spirito guida della squadra di Governo. E la buona politica non è quella che taglia la rappresentanza, che si auto-umilia, che si auto-riduce: è quella delle persone perbene che mettono la propria funzione pubblica davanti ai propri interessi; delle persone che sanno volare alto senza staccarsi da terra.
7) Rinnovamento e parità di genere: una storia nuova ha bisogno anche di idee, voci, parole e facce nuove. Perché la sfida tra alleati con il Movimento 5 stelle si gioca anche su questo piano. E’ il Movimento 5 Stelle oggi che viene da una stagione di governo e potere. Saranno loro a dover giustificare questo cambio di pelle. Il Partito Democratico di Zingaretti, invece, potrebbe giocare la carta della novità, del rinnovamento, di un nuovo entusiasmo.
8) Il solo sentimento che può sconfiggere paura e rabbia è la speranza. Ecco, il governo dovrà ridare speranza agli italiani. Su questo dovrà essere davvero radicale e coraggioso. L’italia potrà essere più giusta, più forte, più eguale, più sostenibile.
Se avrà successo questo Governo, se il Partito Democratico sarà autorevole e riconoscibile, allora sarà un bene per l’Italia e per il centrosinistra. Se, viceversa, il Governo dovesse malauguratamente andare male, Salvini sarebbe lì, ad aspettare. Senza più argini.
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