Costume
Gioco d’azzardo, usura e illegalità. Lo Stato incoraggia ed è assente
Il mercato del gioco pubblico d’azzardo – ovvero il gioco d’alea con posta in denaro commercializzato dietro concessione statale – ha trasformato gli italiani, da popolo di piccoli risparmiatori, qual era, a dissipatori di massa di reddito familiare. Tutto ciò è accaduto, sta avvenendo e sta proseguendo, non senza drammatiche conseguenze. Gli ambiti maggiormente aggrediti da questo fenomeno, sono la salute pubblica, il risparmio privato, l’economia sia del territorio locale che di quello nazionale, la sicurezza urbana e l’ordine pubblico.
Già nel 1984 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, inserì il GAP (Gioco d’Azzardo Patologico) tra le dipendenze psichiche. Con una definizione ulteriormente perfezionata, il DSM V (Manuale Statistico Diagnostico della clinica delle malattie mentali, edizione del 2013), indica oggi, tale dipendenza come “Disturbo da Gioco d’Azzardo”, con le implicazioni tipiche di tipo neurologico delle addiction.
L’Italia, a differenza di altri paesi dell’UE, ha ritardato per molti anni ad adeguarsi alle indicazioni dell’OMS, che vede nel “gioco d’azzardo compulsivo una forma morbosa, chiaramente identificata e che, in assenza di misure idonee d’informazione e prevenzione, può rappresentare a causa della sua diffusione, un’autentica malattia sociale”.
Tuttavia, anche se l’ammissione governativa che esiste una grave patologia psichica derivata dal consumo di azzardo, è avvenuta “a stento”, da anni ormai, invece, l’offerta di tale “gioco”, oltre che pubblica è stata promossa dallo Stato in forma capillare. Con il ricorso massivo alla pubblicità sui mass media, il messaggio perviene in tutti i luoghi, in aggiunta alle sale slot e alla rete internet. Nelle varie e differenziate postazioni si fidelizzano i “clienti” al consumo d’azzardo, derivante da compulsività: bar, tabaccherie, uffici postali, supermercati, traghetti, stazioni ferroviarie e/o di trasporto locale. Recentemente la pubblicità dell’azzardo è sbarcata nello sport più popolare, a sponsorizzare la Nazionale di calcio italiana. Immersa in una diffusione siffatta, la persona che impegna per abitudine, denaro, “per gioco”, matura in modo sequenziale, la propria condizione di “giocatore patologico” tanto da poter affermare che oggi più che mai, per come capillarmente viene diffuso l’azzardo, sembra essere funzionale alla diffusione della patologia. Il tutto avviene nel totale dispregio di valori costituzionalmente protetti (artt. 2, 3, 29, 30, 32, 41, 47 della Costituzione italiana).
Di contro, oggi il volontariato sembra costituire l’unico presidio costituzionale per la difesa, la tutela e la valorizzazione della dignità della persona. Le Fondazioni Antiusura, così come le Associazioni Culturali piuttosto che le Associazioni che si occupano della cura dei giocatori patologici, sostengono le Amministrazioni locali che vogliono predisporre interventi di solidarietà. In particolare il Cartello “Insieme contro l’azzardo” offre sostegno e supporto alle Regioni e ai Comuni che vogliono adottare provvedimenti amministrativi di regolamentazione dell’offerta di gioco d’azzardo. All’unanimità il Consiglio Comunale di Napoli, come quello di Bergamo e di altre città, hanno approvato regolamenti che dispongono l’entrata in vigore di nuovi orari di esercizio delle sale giochi presenti sul proprio territorio cittadino.
Quello del gioco d’azzardo è un problema da affrontare con le dovute precauzioni e competenze.
La Consulta Nazionale Antiusura, l’Associazione Culturale Favor Debitoris, la Fondazione “S.G. Moscati” e molte altre associazioni e fondazioni da anni mirano ad ostacolare il gioco patologico, che devasta e distrugge migliaia di equilibri familiari e/o imprese.
L’Avv. Attilio Simeone, è il Coordinatore Nazionale del Cartello “Insieme contro l’Azzardo” che, oltre alle 28 Fondazioni Antiusura regionali, raduna numerose associazioni a carattere nazionale come il Forum delle Famiglie, SOS Impresa, Adiconsum, AND in Rete, Associazione Genitori delle Scuole Cattoliche, Comunità Giovanni XXIII. Il Cartello sollecita continuamente il mondo politico e istituzionale all’unità e alla compattezza nel proporre misure legislative finalizzate al divieto assoluto di pubblicità, alla salvaguardia delle prerogative legislative e amministrative di Regioni e Comuni, al finanziamento delle cure assicurate dalle ASL e da Realtà accreditate.
Gli effetti negativi dell’azzardo si manifestano tanto da un punto di vista civilistico che penalistico. Da una indagine conoscitiva presso le Fondazioni antiusura è emerso che il 46% dell’usura oggi circolante, ha come causa principale il ricorso all’azzardo. “Lo Stato – riferisce preoccupato l’avv. Simeone – da un lato combatte l’usura attraverso le provvidenze assicurate dalla L. 108/96, dall’altro di fatto lo incentiva attraverso la diffusione di massa del gioco d’azzardo”. In una intervista rilasciata sempre dall’avv. Simeone al quotidiano “Avvenire”, già nel 2012 osservava che:“il 10% delle separazioni nel nostro Paese è causato proprio dal gioco d’azzardo di cui soffre uno dei due coniugi”, “Di questo 10% – spiega Simeone –, l’80% è costituito da ricorsi di separazione introdotti soprattutto da donne che, sfinite dai reiterati comportamenti compulsivi dei mariti, decidono di buttare la spugna rivolgendosi al tribunale anche per porre un argine alla devastazione sociale ed economica che un giocatore patologico ha la capacità di determinare in ambito familiare e lavorativo». Il legale sottolinea che oggi i numeri sono lievitati ed anche che, «trattandosi di una patologia strettamente connessa, se non proprio indotta, da difficoltà economiche dovute, nella migliore delle ipotesi, alla perdita del posto di lavoro magari già precario, la percentuale dell’80% è più che “giustificata” dal fatto che in molte parti d’Italia, in special modo al Sud, è ancora l’uomo l’unico percettore di reddito che, trovandosi in difficoltà lavorative, è tendenzialmente portato a tentare la dea bendata più della donna». Mentre, mediamente, il consumo di azzardo cresce ogni anno del 20%, nella provincia di Taranto, negli ultimi anni in concomitanza con la crisi occupazione dell’Ilva, il consumo è salito del 30%. Un aspetto su tutti, nella triste sequenza di litigi e di declini familiari, è, a giudizio di Simeone, «socialmente rilevante»: quasi tutte le coppie arrivano alla separazione senza aver fatto prima un serio tentativo di risoluzione del problema. «Nessuno si è mai recato da un esperto o da un sacerdote – ammette l’avvocato barese – per capire innanzitutto che il gioco d’azzardo patologico è una malattia, una dipendenza dalla quale da soli non si arriva lontano. E della quale è complice lo Stato che, incentivando il ricorso all’azzardo quasi fosse una risoluzione a tutti i problemi esistenziali ed economici, non fa altro che impedirne una vera consapevolezza sociale». Dunque, i giudici, chiosa il Simeone, «dovranno cominciare a considerare anche l’aspetto patologico del gioco, che offusca provvisoriamente la capacità di intendere e volere dei soggetti affetti. Se si vuole fare un “servizio” alla giustizia, in molti casi più che di separazione, l’istituto civilistico più adatto è quello dell’”amministrazione di sostegno” che offre ai giocatori un valido supporto nella capacità decisionale, anche di decidere se separarsi o meno».
La richiesta di “amministrazione di sostegno” può essere assunta anche dal coniuge del giocatore. Oggi la vera frontiera – conclude l’avv. Simeone – è costituito dall’offerta on-line di azzardo. In una recente indagine fatta su circa 300 studenti di scuole superiori, è emerso che il 25% di loro pensa che il gioco d’azzardo può costituire una opportunità di lavoro.
Il gioco d’azzardo, pertanto, è diventato una patologia dell’individuo idonea a cagionare effetti irreversibili nel tessuto sociale e ad assurgere a potenziale problema di ordine pubblico.
In data 17.2.17, si terrà presso il Tribunale di Napoli, un convegno sulla problematica del gioco d’azzardo e sulla ludopatia. Tale evento è stato fortemente voluto, dalla “Officina Forense” e dagli avvocati Alessandro Gargiulo e Roberto Fiore, che intendono, per la prima volta presso l’istituzione del Tribunale napoletano, affrontare un tema spinoso come quello dell’azzardo e del continuo condizionamento mediatico a divenire giocatori. Il convegno si caratterizzerà anche della presenza di un ospite speciale, padre Alex Zanotelli che, da sempre, combatte per gli ultimi e contro i poteri forti.
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