Governo

Fratello pentito ucciso a Pesaro: lo Stato ha tradito chi si è fidato

26 Dicembre 2018

Un fatto gravissimo quello accaduto a Pesaro la scorsa sera. Un agguato in piena regola, con due killer a volto coperto senza ombra di dubbio armati dalla Ndrangheta, con il solo fine, purtroppo raggiunto, di trucidare Marcello Bruzzese, fratello del pentito Girolamo, anch’egli sotto protezione. Venti colpi di pistola hanno ucciso Marcello Bruzzese, 51 anni, padre di due figli, inserito nel programma speciale di tutela dei collaboratori di giustizia da parte del Viminale.

Tra i tanti obblighi che lo Stato è tenuto a rispettare vi è certamente la sicurezza di tutti i propri cittadini allo stesso modo, ma il garantire l’incolumità dei collaboratori di giustizia e delle loro famiglie è, se possibile, ancora più importante. Perchè questi uomini e queste donne si sono deliberatamente affidati allo Stato. Si sono fidati, hanno cambiato vita, l’hanno stravolta a volte mutando anche generalità, rinnegando il proprio passato e per questo vanno protetti, per non tradire la loro fiducia e quella di coloro che stanno pensando di fare altrettanto.
Sappiamo quanto la collaborazione con lo Stato con questi soggetti sia stata e sia tutt’oggi determinante nella eterna guerra dello Stato contro la mafia.

E’ per tutto questo che l’omicidio dell’altra sera è gravissimo.

Con l’omicidio di Marcello Bruzzese si è aperta una falla pericolosissima nel rapporto fiduciario tra Stato e collaboratori. Davvero chi rientra in un programma di protezione dovrebbe avere l’assoluta certezza della propria incolumità, come quella dei propri cari, invece con quello che è accaduto oggi il messaggio che passato è che la Ndrangheta vince.

Vince perché è ‘affidabile’, non dimentica e anche a distanza di oltre vent’anni, tanto il tempo intercorso tra il pentimento e quindi la collaborazione del fratello dell’ucciso. La Ndrangheta non si fa trovare distratta a differenza invece di quanto è colpevolmente accaduto per lo Stato.

Se davvero, come professa a parole, l’obiettivo del ministro dell’Interno Salvini è sconfiggere la mafia questo è un pessimo segnale, insieme forse ad alcuni elementi di novità introdotti con la riforma normativa sull’assegnazione dei beni confiscati alle mafie.

Eppure Salvini, come se nulla fosse accaduto, stamattina si fa ritrarre in un deprimente selfie mentre addenta sorridente una fetta di pane con la cioccolata. Chieda scusa Salvini, chieda scusa agli italiani e a tutti i collaboratori di giustizia. Quella di ieri è stata una pagina tristissima per tutto il nostro Paese. E non vi è davvero nulla da ridere.

Cinzia Franchini

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