Governo

Europa, istruzioni per non contare una cippa

30 Maggio 2019

Il popolo ha parlato, ridiamoci un po’ su che è meglio, perché da oggi possiamo ufficialmente dire che a Bruxelles il popolo lo hanno ascoltato e noi italiani non contiamo veramente più una cippa.

Noi lo abbiamo fatto sì il botto: i nostri sovranisti ma tutti quanti insieme (e tanto insieme non reggeranno) hanno preso ben il 27% dei seggi che non serviranno a nulla perché è il 27% della minoranza del 23% che in Consiglio, Commissione e Parlamento, non si filerà nessuno sia per ragioni delle rispettive politiche nazionali sia per il normale gioco della democrazia. Presente 1 vale 1? I seggi si contano così e i sovranisti sono fuori da tutti i giochi non riuscendo a combinare una maggioranza nemmeno sommandosi con il PPE. Il quadro auspicato in Europa dal solo Silvione Nazionale, ben lontano dal verificarsi sia numericamente che politicamente: ve la immaginate la Bundeskanzlerin fare maggioranza con i “sovranisti” neonazi di AFD? Su, andiamo, il sovranismo avrà anche preso una manciata di seggi in più ma ha incassato uno sberlone memorabile dai “popoli” europei ben felici di rimanere in una Unione perfettibile quanto irrinunciabile.

In compenso siamo omeopatici nella maggioranza di Popolari, Socialisti e Liberali (quella che conta): finalmente possiamo dire di essere orgogliosamente una “élite” (o una delle tante specie in via di estinzione per il climate change) con ben il 6% e 26 seggi su 437, una cosa che mi mette a mio agio perché storicamente è più o meno il doppio dei risultati dei partiti che ho votato nella mia vita. Io ci sono abituato, in giro vedo un po’ di disorientamento.

Detto dei numeri passiamo alla politica. La maggioranza tripartita di cui sopra non ha un solo cellulare con prefisso +39 in tasca e procede spedita alla ricerca del presidente della Commissione nella quale noi saremo presenti non in forza dei numeri ma perché da sempre c’è un commissario per ognuno dei 28 paesi e quindi in automatico dovremo dare un nome. Quale sia nessuno lo sa e soprattutto il gioco riguarda le deleghe affidate e qui come disse de Gasperi tutto ci è contro tranne la loro cortesia.

Viste le percentuali di cui sopra salutiamo la presidenza del Parlamento italiana perché non vi sono chance di riconferma e nemmeno di compensazione (a Bruxelles la compensazione è sempre stato un punto di riferimento se ci si sa fare) e prepariamoci ad abbandonare tra quattro mesi anche il più importante ruolo ricoperto da un italiano nel momento in cui scadrà Mario Draghi alla BCE.

Morale, siamo fuori da tutti i giochi e le letterine si moltiplicheranno fino ad un esito che potrebbe essere drammatico, improvviso e imprevedibile perché è evidente che se l’Unione Europea, per la precisione il Consiglio dei capi di Stato e di Governo che è l’espressione “sovranista” e nazionale della Unione stessa,  ha messo con le spalle al muro il Regno Unito, potrebbe digerire senza troppi rimpianti una Italexit trascinata da una uscita dall’Euro: questo terrificante scenario troverebbe una convergenza di interessi tra una parte dei sovranisti nostrani e una larga parte dei sovranisti europei che all’idea di europeizzare il nostro debito pubblico inorridiscono e che preferirebbero appropriarsi delle risorse oggi destinate all’Italia e da noi malamente spese e solo in parte.

Se qualcuno ha affidato l’Italia a Maria e, tra gli altri non casualmente ai santi Cirillo e Metodio, io preferisco passare direttamente all’ufficio del principale: visto che non salva Sua Maestà Britannica la regina metta almeno una buona parola per salvare noi, speriamo in lui che tanto altro non ci rimane e buonanotte al secchio.

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