Governo
“L’elezione di Bolsonaro è un pericolo per tutto il Sudamerica”
Tredici anni di sinistra e ora Bolsonaro. Il Brasile, la quarta democrazia più grande del mondo, cambia pagina radicalmente e lo fa con l’elezione a presidente di Jair Bolsonaro che allarga il cerchio dell’ultradestra nel mondo. Nelle strade di Rio si urla a gran voce il nome di Bolsonaro, si spara, si fa festa e i militari scendono per le strade a mo’ di parata. E se dal Bel Paese è arrivato il benestare del ministro dell’Interno Matteo Salvini, che si è complimentato con il neo-presidente brasiliano poco dopo la sua elezione, chi in Brasile ci ha vissuto sembrerebbe restituirci uno scenario più preoccupante. Talita Fatima, avvocato e attivista antirazzista in Saragozza, militante di Podemos in Aragòn, figlia di immigrati italiani in Brasile (proprio come Bolsonaro), da 16 anni vive qui in Europa. Talita sa bene che il suo Paese è in pericolo e che bisogna mantenere l’attenzione alta onde evitare che il Sudamerica perda ogni speranza di rinascita economica, sociale e culturale.
L’elezione di Bolsonaro pone in pericolo la democrazia?
L’elezione di Bolsonaro come presidente della quarta democrazia più grande del mondo è un pericolo non solo per il Brasile ma per tutti gli altri paesi sudamericani. Eleggere un presidente di estrema destra è una battuta d’arresto di proporzioni inimmaginabili per la popolazione brasiliana, soprattutto per i poveri, i neri, gli LGBT, gli indigeni e le donne perché Bolsonaro vuole togliere tutti i diritti ottenuti con anni di lotte. Per esempio, ha già intenzione di togliere il matrimonio omosessuale. La campagna per la sua elezione è stata disonesta: pastori delle chiese evangeliche e imprese pagate per diffondere fake news sui social network; imprenditori che hanno costretto i lavoratori a votare per lui; pastori evangelici che hanno imposto ai fedeli di votare Bolsonaro…
Molte donne hanno dichiarato di aver votato per Bolsonaro, perché?
Ci sono due tipi di donne che hanno votato Bolsonaro: le donne bianche che fanno parte dell’élite brasiliana, sono ereditiere, mogli o figlie di un gruppo selezionato che avrebbe beneficiato dell’elezione di Jair; le altre donne sono povere e molto religiose e hanno votato sotto indicazione del parroco, del padre o del marito che comandano su di loro. Ma chi ha votato credendo che sarà più ricco, si sbaglia di grosso.
Come si può organizzare la lotta contro Bolsonaro in Brasile?
La lotta in Brasile passa sotto forma di manifestazioni, di atti politici antifascisti, radio comunitarie e giornali indipendenti. E soprattutto i numerosi brasiliani all’estero che organizzano eventi raccogliendo soldi e inviandoli ai movimenti di resistenza. Anche io organizzo movimenti antirazzisti e antifascisti raccogliendo fondi e inviandoli in Brasile. La mia paura è che Bolsonaro farà ciò che ha promesso: metterà fuori legge i movimenti sociali dichiarandoli “terroristi”.
I militari hanno molto potere?
Le milizie sono criminali, sono assassini a noleggio.
L’elezione di Bolsonaro, unitamente ai due grossi problemi che caratterizzano il paese (povertà e violenza), rischia davvero di essere benzina sul fuoco. Cancellare la sinistra dal paese, ridurre i diritti civili, armare i cittadini, delegittimare il ruolo della donna, sono solo alcune delle uscite del neo-presidente brasiliano. Non sappiamo se questi annunci, al limite della follia, si attueranno tutti e completamente. Ma una cosa è certa: toccherà di nuovo rialzarsi, e questa volta sarà ancora più difficile.
(Foto: El Confidencial)
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