Governo
È la Trojka che ce li farà tenere trent’anni
Nella vita ho avuto sempre la condanna del contrappasso e io, filoamericano dichiarato a prescindere dal presidente di turno, mi sono trovato nel passato, come vicepresidente dell’Osservatorio Europeo sul Mercato Unico, e oggi, di fronte agli Zan Ganassa della politica provinciale, a difendere la mia casa, l’Unione Europea, da fraintendimenti in buona o cattiva fede fossero.
Cominciamo col dire che la divisione Nord/Sud nell’Unione è un po’ una invenzione nostra: in realtà il melting pot di Bruxelles produce una propria visione europea che per definizione è costituita dalle eredità culturali che uomini diversi si portano dietro e dalla loro capacità di fonderle in qualcosa di originale. La visione che la Commissione ha molto difficilmente e solo marginalmente rispecchia quelle nazionali, forse per questo è difficile comprenderlo per un paese nel quale la cultura politica, e il termine cultura è oggettivamente forte, è autoreferente nella sua provincialità, è abituata storicamente a vivere la divisione guelfi e ghibellini ad ogni angolo (in ogni caso servitori di potenze straniere) e mai emancipata da una certa marginalità internazionale; piaccia o non piaccia la cosa, è questa la cultura che ci si porta storicamente addosso.
Se questo è vero, e chi vive a Bruxelles lo potrà facilmente confermare, vedere una congiura ora del Nord, ora francese, ora tedesca nella azione dell’Europa ai nostri danni è una balla pazzesca. Il problema semmai non sta né nel Parlamento e tantomeno nella Commissione ma nel Consiglio dei Capi di Stato e di Governo dove se non hai alleati non conti una cippa: e per avere alleati l’unico modo è fare scambi essendo credibili.
Ciò che manca all’Italia storicamente è la credibilità. Essa deriverebbe dalla coerenza tra ciò che si firma e ciò che si fa, non dalla richiesta di elasticità, che ci può stare, o dalla idea che serva una politica espansiva, cosa alla quale nessuno può opporsi. No, la opposizione alle richieste italiane deriva dal fatto che se hai accettato un patto, Maastricht per intenderci e i seguenti, e se ti sei per venti anni impegnato a ridurre il debito attraverso la diminuzione del deficit strutturale e hai firmato carte che prevedevano lo 0,1, hai chiesto una mano e ti hanno dato 1,6 e bello bello fresco fresco arrivi e dici allora 2,4 sostenere che la reazione è una congiura francotedesca con Soros alle spalle dei Mercati nemici del popolo, le banche e Draghi a tradir la Patria con la complicità di Visco e la copertura del Quirinale, diciamolo, è roba forte, nel senso di roba forte quella che hai bevuto.
Se non sei credibile, ripeto, zero alleanze e zero tituli.
Secondo, si dice che questi del Nord quando parlano fanno un favore a Salvini dal punto di vista elettorale. Possibilissimo, se ragiono in logica locale ha un senso. E se invece dicessero, mentendo, che Salvini e Di Maio hanno ragione cosa gli fanno quelli del Nord, uno sgambetto? Oppure se quelli del Nord stessero zitti e poi saltasse la manovra all’ultimo momento cosa sarebbe, un comportamento corretto o una stilettata modello i Borgia e allegra compagnia?
La Commissione fa il suo lavoro: c’è una cornice che è determinata dai capi di stato e di governo, il fatto che parli un commissario, se all’interno di questa cornice, evita i devastanti danni che la storia europea ha visto ogni qual volta i confronti sono stati bilaterali; ne volete un esempio? Il rimpatrio dei dublinati (andate a vedere chi sono, se no faccio un trattato) che i tedeschi faranno verso l’Italia e la risposta di chiusura degli aeroporti messa in campo da Salvini. Una affermazione maschia senza una mediazione terza implica una risposta maschia dove però alla fine vince il più forte. La Commissione è il luogo di mediazione: se non la sorreggiamo, se non diamo spazio alla Commissione non avremo altra strada che i confronti bilaterali e voleranno mazzate politiche e no che chi pensa possano essere attutite dai risultati sovranisti delle Europee dimostra di aver capito nulla né della politica estera dopo Westfalia né dell’interesse nazionale in un mondo globalizzato. Putin ha una economia che fa pietà più piccola della nostra e chiediamo di esportare di più da lui mentre nel mercato più dinamico, quello cinese, quasi non figuriamo in graduatoria, a dimostrazione che non solo beviamo forte ma poi pensiamo anche di dire furbate.
Ora, in un sistema interdipendente mondiale nel quale esiste una Unione alla quale abbiamo delegato poteri la nostra attuale proposta si declina nella chiusura dei porti, nella chiusura degli aeroporti, nella chiusura dei negozi la domenica con conseguente tessera annonaria e prodotti autarchici (mamma mia, al posto dell’Iphone avremo una Italphone come la Lanital dei bei tempi?) nonchè nello sputtanamento internazionale di un paese che non riesce a tenere fede una volta che una a una promessa fatta agli alleati. E devo avere paura di ciò che dice un Commissario Europeo probabilmente a nostra difesa prima di una possibile catastrofe o di andare a dirlo al Governo del Popolo? (quanto mi piace questa deriva maoista che nessuno riconosce come tale perché al massimo qui si leggono i giornali che vanno maoisticamente chiusi). L’opposizione che non sa fare opposizione perché non ha la credibilità per fare opposizione spera che i mercati, Moody’s Standard and Poors e Soros levino le castagne dal fuco facendo affondare i sovranisti. Qualcuno invoca la Trojka come il giudizio divino. Dai ragazzi, siamo in Italia: la Trojka non arriverà e sapete perché? Perché per funzionare serve un governo con cui interloquire e noi in caso di crisi dei mercati non lo avremo. Affonderemo, probabilmente, salvo che le salite al Colle invece di avere l’obbiettivo di affondare il Governo come qualcuno dice non abbiano avuto l’obbiettivo di salvare il paese tenendo il Governo del Popolo al suo posto: cosa che rispetterebbe la democrazia nella sua dimensione autenticamente liberale, quella della riconoscibilità delle responsabilità. Certo, non rispetterebbe la voglia di Salvini di andare ad elezioni anticipate a maggio e far fuori Di Maio ma mica siamo in una puntata di Piero Angela…..
In chiusura, io torno a leggere di Kavanaugh alla Corte Suprema che è una cosa seria ma lasciatemi augurare una Buona Domenica a tutti, potrebbe essere una delle ultime prima della austerità: non dell’autarchia, della austerità; sempre che qualcuno si ricordi cosa era.
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