Governo
E la risposta fu: 42!
Qualsiasi cosa si chieda a Giorgia Meloni la risposta è 42. Come il computer di Guida galattica per autostoppisti (1979) di Douglas Adams, dopo aver fatto un viaggio di sette milioni e mezzo di anni, non si può che arrivare alla fatidica risposta: 42.
Ovverossia il nulla, una risposta senza senso, perché nulla è ciò che caratterizza questo governo: è il nulla, il nulla culturale, il nulla economico, il nulla sociale, il nulla ideologico, il nulla politico e si potrebbe continuare per almeno 42 volte o multipli di 42.
Lo scacco alla regina bionda che la regina mora ha inferto in Parlamento l’altro ieri lascia una scia di sangue, perché ha messo a nudo l’inconsistenza della bionda e il suo vittimismo, l’arma con cui si difende sempre perché ha paura. Ha paura perché il potere, per lei, forse è percepito come instabile, a causa di tutti gli autogol che compiono gli adepti del suo cerchio magico, e dimentica (ma fa finta di dimenticare) che, nonostante lei gridi sempre che finora hanno governato gli altri, quasi per convincere gli elettori che lei dice la verità, nient’altro che la verità, non è così. E quando qualcuno glielo rammenta, grattando via la vernice, la figuraccia è palese.
Meloni ha paura proprio di questo, ossia che prima o poi i suoi elettori grattino via la vernice argentata del gratta e vinci e scoprano che non c’è nessuna combinazione vincente nel biglietto che hanno votato, che sono stati truffati. Perché sa, Meloni, che elettori delusi la riportano al 2%, come per Renzi, come per Salvini. Ma fino ad allora ci sono nemici immaginari da sbandierare, quando il peggior nemico di Meloni è Meloni stessa, che nella sua cocciutaggine cieca annaspa perché insicura, insicura di governare un paese così complesso, poiché incapace di vedere e capire la sua complessità, insicura perché non lo conoscerebbe anche se lo studiasse, insicura perché vede congiurati in ogni angolo del suo palazzo, insicura perché si attornia solo di persone di cui si fida, perché evidentemente ha sempre paura di voltafaccia e inaffidabilità di chi la circonda. Come, peraltro avviene regolarmente coi colpi di testa adolescenziali se non infantili dei suoi ministri o sottosegretari o semplicemente compagni di partito. Spesso portati in palmo di mano, bella gratitudine. Nel giro di poco più di un anno ciò che è uscito fuori dal suo partito è degno della corte dei miracoli e lei, di certo, minimizzando o occupandosi di mettere a tacere tutti gli errori finora fatti dalle altre persone, gaffe pubbliche degli uni, guai colla finanza e colla giustizia degli altri, eccetera, non sembra più quel giocattolo nuovo e smagliante che aveva attratto tanti elettori.
Così, per avere il conforto, almeno apparente, del suo cerchio magico e di un elettorato che c’è, pur invisibile, Meloni gioca spesso a fare la parte della vittima, sgranando gli occhi e ponendo all’auditorio domande retoriche, scaricando la sua incapacità a governare sugli errori fatti dai governi precedenti, inventandosi che lei non abbia mai governato dopo tanti anni di governi di sinistra. Bugie colossali su cui lei costruisce i suoi viatici confidando nel fatto che il popolo italiano è un popolo di senza memoria.
Il personaggio di Giorgia Meloni sembra essere ispirato alla Regina di Cuori di Alice, dove la dispotica sovrana, circondata da inetti, urla, pretende, impone ciò che vuole, taglia teste e spese senza alcuna remora, basta che sia fatta la sua volontà e che le rose siano del colore che vuole lei.
Il dialogo-scontro in Parlamento dell’altro ieri tra Meloni e Schlein sembrava il processo ad Alice nell’opera di Lewis Carroll, con Elly Schlein nel ruolo di Alice che faceva notare le incongruenze e i pretesti che la regina aveva appena sciorinato. E a un certo punto Elly Schlein, colla sua stoccata finale, rimarcando che l’origine dei problemi enunciati da Meloni, la quale faceva la finta vittima dei governi precedenti, fosse da ricercare nel 2009, cioè quando Meloni era ministro del governo Berlusconi, quando fu messo il tetto alle spese sanitarie, era improvvisamente diventata un gigante, senza nemmeno mangiare il biscotto magico.
Regina di Cuori – Alice 0 a 1.
Piccole donne non crescono, impossibile. 42!
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