Governo
Dopo la Democrazia: 10 anni di Governo in Italia
Immaginiamo di fare un gioco di società, il titolo “democraticamente ma non necessariamente” al tavolo otto giocatori, scopo del gioco quello di conquistare il potere in un Paese attraverso un percorso pieno di avversità, nemici, (falsi)amici, improprie alleanze, colpi bassi. Comandano i dadi, chi raggiunge il punteggio più alto forma la sua squadra, la sfida ha inizio. Gli altri giocatori devono cercare di impedire la scalata al potere. Durante la sfida il leader può cambiare a suo piacimento alcuni membri della propria squadra, non rispettando il verdetto dei dadi, oppure gli stessi membri possono sostituirlo se non lo ritengono all’altezza, vince la squadra che arriva al potere nel più breve tempo cercando di restarci il più a lungo possibile, anche cambiando leader più volte.
Nel saggio di Tondelli e Falci, quello che viene descritto e raccontato purtroppo non è un gioco, ma è drammaticamente tutto vero. I giocatori si chiamano: Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, Conte I, Conte II, Draghi. La vetta da raggiungere è il governo del Paese, il punteggio non viene determinato dai dadi, ma dai voti (inutili) dei cittadini, i leader si alternano ripetutamente alla guida del Governo (qualcuno anche due volte), si possono creare maggioranze diverse, sono ammessi sgambetti e colpi bassi e non si è più obbligati a rispettare il verdetto dei voti, cosa preferibile ma non necessaria. Il periodo di storia italiana preso in esame va dalla fine dell’ultimo governo Berlusconi, nel 2011, alla nascita del recente governo Meloni. Un racconto degli ultimi dieci anni della storia d’Italia, minuziosamente descritto dagli autori, che ha visto alternarsi i volti di numerosi politici, con le loro storie, le loro idee, le loro scelte, le loro decisioni e indecisioni, “sappiamo i nomi e abbiamo le prove” dichiarano Falci e Tondelli.
Governi e leader privi di una reale investitura popolare, nessuno di questi ha governato sostenuto da una coalizione che si era presentata come tale agli elettori. Il voto degli italiani è stato di fatto un fattore secondario. Il libro non poteva che iniziare dalla fine e cioè dalla vittoria di Giorgia Meloni e della coalizione di centro destra alle elezioni dello scorso 25 settembre. La sua nomina a Presidente del Consiglio, piaccia o meno, ha finalmente rispettato la volontà degli elettori e le promesse dei candidati. Un saggio che deve e può sopravvivere al tempo, perché nessuno, anche chi è dotato di buona memoria, può ricordarsi di tutti gli intrighi e le giravolte politiche accadute nel periodo preso in esame, l’unica possibilità sarà sfogliarlo nuovamente.
Un libro dalla lettura facile, scritto in modo semplice, cosa non affatto scontata nei saggi che narrano vicende politiche. Uno tra i più grandi giornalisti italiani in un’intervista mi ha confidato: “mio figlio è un bravo giornalista, anzi, molto bravo, ma a volte scrive in un modo un po’ complicato costringendo il lettore a rileggere ciò che ha appena letto.”
Ecco, leggendo “Dopo la democrazia”, questo non succede.
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