Governo

Il debito pubblico sale, il debito pubblico scende

23 Settembre 2017

Il debito pubblico scende. Così dice la legge nella variazione di bilancio, scritta dal governo. Il debito pubblico cresce e tocca nuovi record, avverte la Banca d’Italia. Prima che i lanciatori di dati si scatenino, cercando di dimostrare che l’uno o l’altro conferma le tesi della loro propaganda, proviamo a capire non tanto cosa dice il sali e scendi, quanto quel che lo produce.

Il debito pubblico, a giugno scorso, toccava la vetta, fin lì mai raggiunta, di 2.281 miliardi. Dato disponibile da agosto e diffuso dalla Banca d’Italia. Essendo passato poco più di un mese è escluso che siano intervenute correzioni significative. Difatti nessuno lo sostiene, perché la discesa messa in evidenza dal governo non è del debito, ma del suo rapporto con il prodotto interno lordo: dal 131.6 al 129.9%. Un po’ poco per parlare di “abbattimento”, come pure è stato fatto, ma pur sempre un fatto positivo. Come fa il debito a crescere e, contemporaneamente, scendere nel rapporto con il pil? E’ possibile perché quest’ultimo è cresciuto più del previsto e a un ritmo leggermente superiore al debito. Non un miracolo, quindi, ma mera contabilità.

Ripeto: è un fatto positivo. Possiamo, allora, tirare un sospiro di sollevo? Neanche per idea. Non solo perché il debito è comunque cresciuto, ma perché il passo del pil è stato appena più veloce di quello della spesa in una fase in cui quest’ultima è abbattuta (ora ci vuole) sul lato del costo del debito stesso. Grazie alla Banca centrale europea. E se si vanno a guardare i conti si scopre che la crescita della spesa pubblica (perché è cresciuta), che genera il deficit, a sua volta generatore di debito, è stata di poco inferiore al risparmio sugli interessi. Detto in modo diverso: se la spesa pubblica non fosse cresciuta e se il risparmio sugli interessi fosse stato tutto portato a taglio delle uscite, oggi potremmo contabilizzare un più consistente ridimensionamento del debito sul pil e una minore crescita, o, addirittura, decrescita del debito. Detta in modo ancora più prosaico: il risparmio non è merito nostro (ma della Bce) e la maggiore crescita è data prevalentemente dalle esportazioni (mai andate così bene) e dal turismo, ergo, ancora una volta, non da scelte fatte entro i confini italiani.

Delle propagande m’interessa poco e niente. Le trovo patetiche. Le une e le altre. Da quei numeri non si trae altro che la conferma di un problema serissimo: siamo sulla vetta più alta, fino a ieri inviolata, s’approssima l’inverno e non sappiamo come scendere, l’inventario dei viveri, però, segnala che le scorte di forza ancora ci sono. C’è poco da festeggiare, semmai darsi da fare.

 

Davide Giacalone

www.davidegiacalone.it

@DavideGiac

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