Governo
D’Attorre verso l’addio al Pd, la minoranza perde un altro pezzo
Dopo Pippo Civati e Stefano Fassina, un altro deputato è pronto dare l’addio al Pd: Alfredo D’Attorre, bersaniano di ferro, sta infatti per lasciare il partito. La decisione è maturata lentamente negli ultimi mesi, dopo le continue polemiche tra i renziani e la minoranza. Poi con l’approvazione della riforma costituzionale al Senato, avvenuta anche con i voti di Verdini, c’è stato l’atto finale che ha portato all’accelerazione della rottura, riferita da fonti interne ai democratici. Secondo quanto appreso da Gli Stati Generali “è solo questione di giorni”. Ed è difficile immaginare ripensamenti last minute: il fattore tempo è fondamentale solo per comprendere cosa fare dopo questo passo. A sinistra tra le opzioni ci sono la ‘Cosa Rossa’ a cui lavora Stefano Fassina e ‘Possibile’ di Pippo Civati, reduce dal mancato raggiungimento del numero di firme per presentare i referendum su alcuni provvedimenti approvati dal governo.
D’Attorre è da sempre ritenuto il custode e l’interprete delle riflessioni dell’ex segretario Pier Luigi Bersani. Per questo la sua fuoriuscita non lascia indifferenti, anzi apre una riflessione ampia. Così, in attesa dell’ufficializzazione dell’addio al Pd, nella minoranza dem si è ufficialmente aperto il confronto tra chi vuole cercare di ricostruire una sinistra al di fuori del Pd e chi invece è intenzionato a proseguire la battaglia dall’interno, preparandosi al congresso, sul modello-Corbyn tanto per fare un esempio famoso. La questione non è però secondaria: per conquistare la segreteria bisogna sconfiggere Matteo Renzi, puntando su un nome forte.
Gli unici candidati ipotizzati finora sono Roberto Speranza, ex capogruppo del Pd alla Camera, ed Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana. Ma siamo nel campo delle voci perché, al di là dei nomi, resta il problema di fondo: fino al congresso il segretario/premier può spadroneggiare, ‘costringendo’ la minoranza a votare i suoi provvedimenti (per esempio l’inviso innalzamento della soglia per il pagamento in contanti), accontentandosi di protestare e al massimo cercare una mediazione di volta in volta.
Per questo motivo D’Attorre ha optato per un’altra rotta. Del resto nei giorni scorsi il deputato della minoranza dem aveva lasciato intendere una sua possibile uscita dal Pd: “Sono ancora impegnato a evitare che il Pd si distacchi definitivamente dalla rotta di centrosinistra. Ma se questo dovesse avvenire è ovvio che si organizzerà un’area a sinistra”, aveva detto in un’intervista rilasciata ad Affaritaliani.it. Parole che suonavano come un preludio alla decisone di uscire dal Partito democratico.
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