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Dante risponde a Sangiuliano: sì, la risposta è nella Commedia stessa!

16 Gennaio 2023

Il fatto: “Il fondatore del pensiero di destra in Italia è stato Dante Alighieri”. La perla d’autore, che non ha nemmeno dignità di pensiero, è di Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura del paese, che, rafforzando l’apodittica ed esemplare sciocchezza, aggiunge: “La visione dell’umano della persona che troviamo in Dante così come la costruzione politica sono profondamente di destra.”

Le considerazioni: Ora, io non sono un dantista per confutare convenientemente l’aberrazione proferita dal ministro, ma ho letto i dantisti e gli studiosi di filologia dantesca, e mi onoro di essere amico di Federico Sanguineti, italianista e ordinario di Filologia italiana all’Università di Salerno, autore di un libro che consiglierei a tutti di leggere, in special modo, ovvio, al nostro ministro in argomento: “Le parolacce di Dante”, edito da “Tempesta Editore”, convinto come sono che mediante questa lettura si possa raggiungere un grado di confidenza col Sommo Poeta, diversamente irraggiungibile. Come in tanti sapranno, dal XVIII al XXII canto dell’Inferno la lingua dantesca attinge ampiamente al registro popolare, facendosi a volte potentemente scurrile e mandando in visibilio finanche chi ha sempre avuto in uggia l’autore della Commedia. Credo, in tutta onestà, che la sfrontata ignoranza contenuta nell’affermazione di Sangiuliano, che attenta alla storia personale, allo spessore morale e alla poetica di Dante, non debba essere presa sottogamba, limitandosi a riderne compassionevolmente. Avere come ministro della Cultura una persona che per quanto riguarda Dante e la dantologia risulta essere un analfabeta rispetto a un proletario della Firenze del secolo XIV, che secondo lo storico Niccolò Rodolico (in un saggio del 1943) conosceva a memoria i versi di Dante, non è proprio allettante per un luogo dalle tradizioni umanistiche come il nostro.

Pertanto, cosa dire al ministro? Ma, niente che si discosti da Dante! E, allora sia il poeta stesso a replicare alla scemenza d’ufficio di chi sovrintende alla cultura. Non penserete mica che Dante sia nelle condizioni di non poter reagire? Gli ipocriti dal pensiero corrotto passati in rassegna nell’opera dantesca sono i furbi di ogni tempo, e dunque anche quelli che ci ritroviamo, oggi, a occupare posti di comando nella vita pubblica.

La risposta di Dante al ministro della chiultura:

“E mentre ch’io là giù con l’occhio cerco,
vidi un col capo sì di merda lordo,
che non parea s’era laico o cherco.” (Inferno, XVIII, 116-117)

“Per l’argine sinistra volta dienno;
ma prima avea ciascuna la lingua stretta
coi denti, verso lor duca, per cenno;
ed elli avea del cul fatto trombetta.”  (Inferno, XXI, 136-139)

Voilà, è quanto si doveva in risposta a cotanta scelleratezza di stato. Va da sé che Dante non possa essere ficcato spudoratamente nelle categorie di “destra”  e “sinistra”. Il senso etico del suo impegno intellettuale allontana  ogni tentativo di strumentalizzazione della sua figura e della sua opera. Questo, tranne Sangiuliano e i suoi seguaci, lo sapranno tutti.

 

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