Governo
Dalle spiagge al Viminale
L’accordo di Malta tra Italia, Malta, Francia e Germania sulla redistribuzione dei migranti non è ancora la soluzione del problema, ma sicuramente costituisce un primo passo importante.
Dopo quindici mesi di proclami, durante i quali il nostro ministro degli interni ha preferito frequentare le piazze e le spiagge piuttosto che gli uffici del Viminale e i vertici internazionali, arriva al Ministero una persona seria e competente che affronta il problema nel modo giusto.
Ricordandosi cioè che quando ti isoli, pretendi di battere i pugni sul tavolo e insultare tutti, non ottieni nulla, offri solo un ottimo pretesto per farti sbattere le porte in faccia.
Mentre quando cerchi il dialogo, riesci a rafforzare le tue ragioni e cominci ad ottenere dei risultati.
Certo, rivedere gli accordi di Dublino non sarà facile.
Tra i più ostili proprio i paesi del blocco di Visegràd, guidati da personaggi come Orbàn.
Quell’Orbàn che la destra italiana, in contraddizione con se stessa e le battaglie di cui dice di volersi far carico, invita ai suoi convegni e ossequia in tutte le occasioni.
Salvini ovviamente minimizza la portata dell’accordo.
Comprensibile dal punto di vista umano.
Sa benissimo che quell’accordo è un primo passo importante, ottenuto in pochi giorni dopo uno stallo di quindici mesi.
Ma cosa dovrebbe fare?
Ammettere di avere sbagliato? Ammettere che ha preferito fare del vittimismo per 15 mesi per guadagnare consenso piuttosto che risolvere il problema?
Non gli conviene. Fino ad oggi del resto gli è sempre andata bene.
Per smascherare il suo bluff ci vorrebbe non solo una corretta informazione (e già poniamo una condizione difficile) ma anche la volontà di informarsi (e qui mettiamo in campo una condizione quasi proibitiva…).
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