Governo
Dal Reddito di Cittadinanza alla MIA: vediamo cosa cambia
Il Reddito di cittadinanza cambia nome: si chiamerà MIA, ovvero Misura di Inclusione Attiva. Il cambiamento però non riguarderà solo il nome. Vediamo tutti i dettagli.
Il progetto di riforma, che vede coinvolto principalmente il Ministero del Lavoro, pare essere alla limatura dei dettagli in considerazione delle cifre rese disponibili dalla legge di Bilancio. La Ministra Calderone vorrebbe portare la stesura finale della riforma in Consiglio dei Ministri e poi al tavolo dei sindacati per organizzare il via libera dopo l’estate. Nelle intenzioni del governo questa riforma dovrebbe portare risparmi da 2-3 miliardi l’anno.
Le caratteristiche più importanti, e dalle quali partiamo, sono le seguenti:
- la cifra percepita dagli occupabili scenderà a 375 euro (se nel nucleo familiare non ci sono occupabili la cifra sarà di 500 euro massimo);
- sarà prevista la divisione tra famiglie che comprendono o no minori, disabili e anziani;
- il tetto ISEE valido per l’accesso al sostegno sarà più basso;
- i controlli aumenteranno;
- le Agenzie per il lavoro private saranno coinvolte (vecchio pallino della Ministra e del marito);
- la durata del sostegno sarà più breve della precedente e probabilmente (come chiede la Lega) avrà un meccanismo a calare;
- sarà prevista una conciliazione con alcuni piccoli (o stagionali) redditi da lavoro (misura pensata per evitare la tentazione del disimpegno totale).
Occupali e non occupabili
Questa divisione è fondamentale e riguarda le famiglie. Le famiglie con i non occupabili devono avere almeno un minorenne, una persona che abbia più di 60 anni o un disabile. I nuclei considerati occupabili hanno almeno un soggetto tra i 18 e i 60 anni (e chiaramente non hanno componenti con le caratteristiche che abbiamo appena visto essere fondamentali per i non occupabili).
Per avere accesso alla MIA ci si avvarrà dell’indicatore reddituale ISEE, ma quest’ultimo sarà probabilmente abbassato di oltre 2mila euro. Quindi potranno accedere al sussidio le famiglie con un ISEE inferiore ai 7.200 euro, ma verrà studiata una scala di equivalenza che aiuti maggiormente le famiglie numerose.
Un altro cambiamento riguarderà poi i tempi del sostegno e il valore dell’assegno. Come abbiamo anticipato la cifra percepita dagli occupabili sarà di 375 euro (assegno base per un single) e la durata sarà di un anno. Queste misure non sono definitive in quanto in fase di studio. Il Reddito di Cittadinanza attuale è garantito per questa categoria (secondo la Legge di Bilancio) solo per sette mesi del 2023, al termine di questi mesi scatterà la cosiddetta “tagliola“.
Inizialmente il Governo aveva inserito come obblighi per non perdere il sussidio sei mesi di formazione obbligatoria, un’offerta di lavoro unica da accettare e l’obbligo di terminare la scuola dell’obbligo . Adesso si pensa di virare su un percorso di sostegno, seppur con forti limiti, anche per gli occupabili.
Infine per le famiglie senza gli occupabili la cifra base dovrebbe restare di 500 euro, con una durata confermata di 18 mesi.
Una novità della MIA: le offerte di lavoro irrifiutabili
Come detto all’inizio questa riforma coinvolge le Agenzie per il lavoro private e le affianca ai Centri per l’impiego. Agenzie e Cpi struttureranno una App, alla quale sarà obbligatorio iscriversi, che si occupi dell’incrocio tra domanda e offerta. Nella app, ma non solo, sarà fondamentale il rafforzamento dei controlli.
Una volta ricevuta una proposta di lavoro, i beneficiari del sussidio che non accetteranno un’offerta congrua perderanno l’assegno. Per offerta di lavoro congrua si intende un’offerta proveniente dalla propria provincia o da quelle confinanti. Per la categoria dei non occupabili non cambia invece la condizione attuale, questi ultimi seguiranno il percorso di inclusione sociale dei servizi del proprio Comune.
Un altro aspetto centrale che abbiamo accennato sarà che la MIA sarà cumulabile con un reddito (cosa che in parte succede già con il Rdc, cumulabile con massimo tremila euro da lavori intermittenti e stagionali) derivante da tutti i tipi di lavoro dipendente. Nel caso di redditi che superino la soglia prestabilita si procederà al congelamento dell’assegno MIA per la durata del contratto di lavoro, per poi riottenere automaticamente il beneficio alla scadenza del suddetto contratto.
Inoltre i minorenni con almeno 16 anni saranno tenuti all’obbligo di partecipazione attiva, formazione e lavoro se non impegnati in un percorso di studi. Oltre gli over 60 e i disabili, possono essere esonerati dall’obbligo anche i componenti del nucleo familiare che si prendono carico dell’assistenza di figli minori di tre anni di età o disabili in condizioni gravi.
Le varie reazioni
La Segretaria confederale della Cgil Daniela Barbaresi afferma:
Non siamo stati chiamati su una partita importante che richiederebbe un confronto approfondito. Quanto al merito la povertà è un fenomeno complesso, non basta la presa in carico dal punto di vista economico. Dalla prima lettura il giudizio non è positivo.
Per il Segretario confederale Uil Domenico Proietti la MIA non risponde all’esigenza di contrasto della povertà.
L’ex Presidente di Anpal Servizi Cristina Tajani ( della vicenda che la riguarda abbiamo parlato in diversi articoli e ne ha parlato molto chiaramente anche Lidia Baratta su Linkiesta) ha affermato (in una intervista rilasciata a Valentina Conte su Repubblica) tra le altre cose che la definizione di occupabili è troppo vaga e disincentiva il percorso formativo soprattutto delle donne con figli piccoli, per definizione non occupabili. Queste ultime sono lasciate nella marginalità e nella dipendenza dal sussidio, mentre i single, per il solo fatto di essere soli, sono ritenuti occupabili. Su questo fronte Tajani sottolinea però che l’esperienza sociale dimostra che si tratta spesso di persone ai margini, con storie socio-sanitarie difficili.
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