Governo

Contanti anche per camionisti e fattorini: il regalo di Renzi al riciclaggio

22 Ottobre 2015

Sul tema del tetto del pagamento in contanti a 3mila il governo non arretra. “Siamo pronti a mettere la fiducia”, ha annunciato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, sfidando le critiche degli oppositori e ignorando le perplessità del numero dell’Anticorruzione, Raffaele Cantone (che proprio non è un antirenziano militante). Ma nella Legge di Stabilità, sia nella prima bozza che nella seconda formulazione, c’è di più. Oltre all’innalzamento della soglia dei contanti, è presente infatti un regalo al settore dell’autotrasporto che rischia di tramutarsi in una porta spalancata al riciclaggio.

L’articolo della manovra relativo alla circolazione del contante, infatti, sopprime “la tracciabilità dei flussi finanziari” nella filiera dei trasporti introdotta da un decreto del 2014. La norma era espressamente “finalizzata alla prevenzione delle infiltrazioni criminali e del riciclaggio del denaro derivante da traffici illegali”, attraverso “strumenti elettronici di pagamento, ovvero il canale bancario attraverso assegni, bonifici bancari o postali, e comunque ogni altro strumento idoneo a garantire la piena tracciabilità delle operazioni”. Il governo Renzi, con un tratto di penna, cancella l’obbligo che peraltro riguarda un settore particolarmente colpito da infiltrazioni criminali.

“Le mafie si adattano alle tendenze del mercato, forti del know how di professionisti che suggeriscono i settori più redditizi”, aveva affermato Michele Prestipino, quando era procuratore aggiunto alla Direzione antimafia di Reggio Calabria, interpellato in un’inchiesta de L’Espresso intitolata ‘Mafia dei Tir’. I dati sono chiari: la gran parte della merce in Italia circola su gomma con un giro di affari enorme e la difficoltà a verificare che tutto avvenga nell’alveo della regolarità. Del resto un’ammissione della piaga-criminalità era arrivato anche dal Paolo Uggè, presidente nazionale di Fai Conftrasporto: “La mafia nel trasporto è una realtà. Purtroppo avevano ragione la presidente della Fita, Cinzia Franchini, e il presidente della Camera di Commercio, Enrico Bini, che da tempo avevano evidenziato il rischio di infiltrazioni mafiose nel settore”. La questione è insomma sul tavolo da tempo, non a caso era stato approvato il decreto.

Beninteso, non bisogna criminalizzare camionisti e fattorini additandoli tutti come furfanti: nel comparto lavorano migliaia di persone oneste e con la schiena dritta che svolgono con rigore il proprio lavoro. Ma non si può far finta di nulla di fronte alle problematiche esistenti, acuite dalla crisi economica, che – come è ben noto – favorisce l’irruzione e la crescita sul mercato di chi possiede liquidità come le organizzazioni criminali. E sono proprio i lavoratori onesti a chiedere misure per la tutela della concorrenza e della legalità. Una ricerca Confcommercio-Eurisko ha riferito della richiesta di “maggior protezione sul territorio da parte delle forze dell’ordine e di certezza della pena”. Un quadro generale preoccupante.

Ma dinanzi agli allarmi per le infiltrazioni mafiose, la Legge di Stabilità provvede a cancellare la tracciabilità dei pagamenti, un valido strumento di difesa contro l’illegalità.

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