Governo
Come scoglio immoto resta (contra i venti e la tempesta)
Come ci sono gli amici immaginari nell’universo infantile, cioè dei fantasmi con cui si chiacchiera, si gioca, ci si confronta, e sembra che tutti li abbiamo avuti, salvo poi averli abbandonati crescendo, così ci sono anche i nemici immaginari.
Quando però questi nemici immaginari continuano ad esistere nell’età adulta allora c’è qualche problema.
Giorgia Meloni accenna ad alcuni nemici, senza voler dire quali sono, e quindi secondo noi sono immaginari, e per avvertirli che non le fanno paura lei dice che resisterà.
Questa è una delle più evidenti dimostrazioni dell’infantilismo adulto che caratterizza oggi la nostra società, soprattutto gli elementi della destra, che si sdilinquiscono davanti alle saghe di storie infinite e di signori degli anelli (anelli esibiti in quantità), che pullulano di nemici. “Molti nemici, molto onore”, sembra risuonare nelle orecchie del signor Giorgia Meloni, uomo dell’anno scorso, che colle frasi celebri di Mussolini convive da anni. Forse perché, pur la frase non essendo di Lui ma di Georg von Frundsberg (1473-1528), e pure erroneamente spesso citato da Salvini (ma i suoi errori sono sempre evidenti), il Duce se ne appropriò per il messaggio che contenevano, come anche per “Chi si ferma è perduto” o ancora “Meglio un giorno da leone che cento anni da pecora”, esprimono il senso profondo che emerge alla fine: “Io me ne frego” (anche questa frase usurpata da Mussolini perché era il motto degli Arditi nella Prima Guerra Mondiale). Motto che però, ahimè, risulta caricaturale perché sdrammatizzato e parodiato da quel genio di Totò (in Totò diabolicus).
Alla fine, la lunghissima conferenza stampa di Meloni è risultata stantia e stufente, sia per l’atteggiamento da vittima che lei usa di solito, in vare occasioni, come tecnica retorica per concentrare l’attenzione su di sé e creare la propria mitologia (l’essere cresciuta senza padre, l’essere tradita dal compagno farfallone, il doversi sempre difendere da comportamenti irresponsabili di personaggi del suo partito, eccetera), sia per la pochezza e la falsità di contenuti, volti a “embobiner les touristes” come dicono in Francia, ossia a turlupinare i turisti coi finti souvenir alle Piramidi di Gizah.
L’infantilismo adulto è un atteggiamento molto comune, oggi, e riguarda donne e uomini, questi ultimi in maggioranza, forse perché, per pregiudizio culturale, si è più portati a notare maggiormente l’immaturità in un uomo che in una donna.
Quest’attitudine è alla base di qualsiasi mancanza di progresso nella società, anzi, è la base per rinverdire le superstizioni, creando dei nemici immaginari per far vedere che si lotta contro qualcosa o qualcuno che vorrebbe farci del male, senza così affrontare i veri problemi, ben più difficili da affrontare proprio perché reali e non immaginari.
Alla fine, l’eroe che lotta coi mostri diventa epico e, probabilmente, anche nella testa di Meloni c’è questa componente da letteratura eroica (eroicomica diremmo noi) di cui vorrebbe far parte pur non essendone assolutamente in grado. E allora, anche nel linguaggio del corpo, mentre parla, aggrotta la fronte, sospira, utilizza sorrisi di compatimento o di autoassoluzione, oppure di stanchezza quando le fanno notare la sua propensione al familismo, come se questa sua attitudine non esistesse e come se il ministro cognato fosse un’invenzione dei suoi nemici (immaginari). Stufa, poverina, non ne può più di queste accuse. E facendo la vittima crede di assicurarsi le simpatie di almeno una parte dell’elettorato o un’indulgenza da parte dei giornalisti. Poraccia. Mostrandosi fragile anche quando deve pubblicamente dichiarare di dover fare pipì o altro. Anche gli angeli mangiano i fagioli.
Chissà, è una tecnica retorica anche quella. Per una donna è più facile perché può sempre dire che una donna deve dimostrare dieci volte di più di un uomo di saper fare le cose. È una verità, senza dubbio. Ma, appunto, di saper fare, non di rimestare un minestrone di decreti insulsi e dannosi. Io sono pietra… eccetera.
I nemici immaginari servono a questo. Prima ci libereremo dell’infantilismo adulto predominante, in tutti, anche tra noi, prima, forse, inizieremo a trovare vere soluzioni per i problemi che ci affliggono.
Piccole donne non crescono.
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