Governo

I Cinque Stelle stanno cercando di coprirsi a sinistra?

25 Aprile 2019

I litigi interni alla maggioranza per le vicende che vedono indagato Siri, con i grillini che ne chiedono le dimissioni e i leghisti che adottano una linea di tutela, sono solo la punta dell’iceberg di una serie di differenziazioni tra i due alleati di governo che il Movimento Cinque Stelle ha creato nelle ultime settimane, e la data del 25 aprile ha una funzione centrale in questo processo.

Oggi vediamo Salvini e Di Maio vivere diversamente l’anniversario della liberazione, scontrandosi su Siri e sul significato della data, ma le prime avvisaglie di questa diatriba hanno iniziato a emergere già diverse settimane fa, ad esempio quando Di Maio si è detto preoccupato dal fatto che Salvini voglia stringere in Europa alleanze con partiti negazionisti.

Parallelamente, i grillini hanno creato frizioni anche su altri temi importanti per la Lega: già a metà aprile ad esempio il Ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, in quota Cinque Stelle, aveva aperto un conflitto con Salvini in merito alla presunta chiusura dei porti alle imbarcazioni con migranti a bordo, lamentando un’ingerenza del Ministro dell’Interno nelle sue competenze. Al di là dell’effettività della questione, è significativo che per la prima volta si sia aperto un contrasto su un tema su cui, finora, i Cinque Stelle sono andati al traino della Lega. Al Ministro ha fatto poi eco proprio Di Maio, affermando come 800mila migranti non possano essere fermati con una direttiva, intendendo che all’Italia serve un piano serio per la gestione del fenomeno (di nuovo: una prospettiva inedita per il Movimento 5 Stelle).

Il 22 aprile, il capogruppo Cinque Stelle in Campidoglio è arrivato a chiedere a Salvini di restituire i 49 milioni di rimborsi elettorali che – secondo una sentenza – il suo partito ha sottratto indebitamente, una questione spinosa per la Lega e su cui gli alleati pentastellati avevano finora sempre taciuto.

Ieri, infine, Giulia Grillo, in un’intervista al Corriere ha parlato delle grandi differenze presenti tra Lega e Cinque Stelle, tirando in ballo ad esempio il Congresso della Famiglia tenutosi a Verona e affermando che sui diritti civili i leghisti “sono oltre il medioevo”. Il giorno prima, Di Maio aveva scritto in un post Facebook che quelli che negano il 25 aprile sono gli stessi che erano a Verona al Congresso.

In questa prospettiva, le polemiche di oggi, con Salvini che sminuisce la ricorrenza della Liberazione e Di Maio ne rivendica invece l’importanza per la nostra storia (tema su cui oggi si è espresso anche Fico), sono solo una parte di un contesto più ampio.

È necessario notare che i temi su cui si sono scontrati Lega e Cinque Stelle sono tutti temi che tendono a polarizzare il dibattito (e quindi l’opinione pubblica): il 25 aprile porta sempre una serie di polemiche da destra, i presunti porti chiusi sono una delle posizioni più nette e identitarie del governo, il Congresso della Famiglia ha scatenato un enorme dibattito tra posizioni forse inconciliabili. Questa caratteristica gli rende temi utilissimi per creare una differenziazione interna nella maggioranza, differenziazione di cui il Movimento Cinque Stelle aveva disperatamente bisogno vista la sua discesa nei sondaggi negli ultimi mesi a favore della Lega.

Inoltre, un dato significativo è che le posizioni assunte dal Movimento sono tutte “a sinistra” di quelle assunte dalla Lega, per quanto strumentali nel loro tempismo (come mai Di Maio ha scoperto ora il 25 aprile, da sempre snobbato? Le alleanze di Salvini si scoprono solo ora? Come mai dal Movimento vengono solo ora obiezioni verso la politica migratoria? Perché un partito che non è mai stato faro per diritti civili ora sente di doversi differenziare da chi si schiera col congresso di Verona?).

L’impressione, dunque, è che il Movimento Cinque Stelle, avendo subito nei mesi di governo un significativo depauperamento di consenso verso Salvini (come mostrano i flussi elettorali, con la discesa dei pentastellati che faceva da correlato all’aumento della Lega) e avendo dovuto seguire l’agenda della Lega su molti temi, stia ora cercando di tenere stretta la sinistra del suo elettorato, presidiando uno spazio politico e un tipo di elettorato che potrebbero mal digerire il fatto che la Lega abbia guidato l’agenda di governo, e che potrebbe rivolgersi al PD, soprattutto dopo l’elezione del nuovo segretario Zingaretti (che infatti ha avuto una risalita dopo le primarie arrivando a superare i 5 Stelle).

In questa prospettiva, l’operazione dei 5 Stelle avrebbe tre funzioni: prendere atto della sconfitta a destra e provare a contenere i voti a sinistra; ridurre la dialettica politica tutta interna all’attuale maggioranza, provando a escludere il PD e, infine, prepararsi in questo modo per un eventuale ritorno al voto (dato che i sondaggi potrebbero incoraggiare Salvini in tal senso, specialmente se le europee dovessero andare particolarmente bene per lui). È del resto significativo che, questa settimana, la discesa dei Cinque Stelle sembrerebbe essersi arrestata.

In ogni caso è significativo che, per la prima volta da quando sono al governo, i due partiti della maggioranza iniziano a scontrarsi in maniera netta su alcuni temi. Proprio questa dinamica potrebbe permettere però ad altri soggetti di inserirsi in questo conflitto, fornendo assist a una delle due forze e rompendo la dialettica sinistra-destra interna alla maggioranza.

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