Governo
Chi vincerà lo scontro tra Matteo Renzi (2016) e Renzi Matteo (2021)?
E’ una domanda che inizia a intrigare molti ex elettori di Matteo Renzi, compreso chi scrive (ho votato SI al referendum 2016 e alle elezioni 2018 il Partito Democratico).
Qualcuno risponderà, “sono la stessa persona”. Eh no, non sono d’accordo. Il Matteo Renzi del 2016 parlava di semplificare uno Stato, di governo che deve discutere al proprio interno e non sui giornali, di una riforma dello Stato che semplificasse un sistema parlamentare complicato, di cui spesso si fa fatica a capire i bizantinismi che lo dominano, e che frequentemente mette prima l’interesse di partito a quello del Paese.
Un meccanismo perverso, di cui si parla spesso, e che diventa grottesco quando fuori, nel Paese, i problemi aumentano, quando questo necessiterebbe la massima concentrazione da parte di chi gestisce la macchina parlamentare e governativa. Per non dire di quando ci si trova nel mezzo di una pandemia, evento che capita una volta ogni cento anni, che blocca l’economia mondiale, chiude le famiglie in casa, ostacola l’apprendimento scolastico di generazioni e necessita giorno per giorno di migliorare l’organizzazione di un momento collettivo straordinario. Non ultima, poi, il coordinamento di una vaccinazione di massa.
Eppure Renzi Matteo (2021) oggi sembra il paladino di quel bizantinismo, a tratti un nuovo e crudele ruolo che sta ferendo mortalmente il Matteo Renzi (2016). Gli italiani che hanno pensieri in testa come la salute, il lavoro, la famiglia e tanto altro non riescono ad afferrare il dibattito di questi giorni. L’unica cosa che si afferra è la difficoltà di un politico in cerca visibilità, scavalcato nei sondaggi da Carlo Calendo (che non è al governo) e che tenta di scavalcarlo verso il centro in una competizione che vale il 4%; magari per avvicinarsi verso altre galassie, verso altri movimenti politici (Forza Italia?) che ne potrebbero in futuro garantirne l’elezione, almeno al capo politico e a una cerchia ristretta dei suoi fedelissimi? A proposito, i piccoli partiti e la propria spregiudicatezza politica furono uno degli argomenti contro cui si scagliò il Matteo Renzi (2016), leader del Partito democratico.
Bisogna ammettere che nel complesso è difficile commentare ciò che sta accadendo all’interno dello stesso corpo tra Matteo Renzi (2016) e Renzi Matteo (2021). L’unica certezza è che oggi Renzi Matteo (2021) è il secondo italiano più sulla bocca al mondo, secondo solo all’italoamericano, nonché sciamano, Jack Angeli. Vedremo se nelle prossime ore riuscirà a superarlo.
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