Governo

Caso Diciotti: Salvini non va processato, ha agito negli interessi del paese

19 Febbraio 2019

Può, un interesse nazionale, andare contro la legge, qualora siano stati commessi dei reati da parte di un esponente del governo? Sequestro di persona e abuso di ufficio, sono quelli contestati al Ministro degli interni Matteo Salvini per l’ormai famoso caso della Nave Diciotti. Ieri, gli elettori del Movimento 5 stelle si sono espressi con il voto online: Salvini non va processato, ha agito per gli interessi del paese. La “chiusura” dei porti (forse sarebbe più corretto chiamarla lo stop agli sbarchi massivi) sicuramente ha portato ad un drastico ridimensionamento del fenomeno.

Dal primo gennaio ad oggi, vi è stata, nel Belpaese, una riduzione del numero di migranti pari al 95,73% (fonte Viminale). Significativa la Sardegna, nella quale non si sono verificati sbarchi, quindi una riduzione del 100%. Perché si è voluto chiudere i porti? Per mettere di fronte alla propria responsabilità l’Unione Europea. Per troppi anni l’Italia è stata lasciata sola ad arginare il flusso migratorio, inarrestabile fenomeno del XXI secolo. Italia e Grecia per essere precisi. Paesi dove le difficoltà organizzative sono evidenti. Da un lato l’Italia, stretta nella morsa delle mafie e delle cooperative che lucrano sulla pelle dei disperati. Dall’altro lato la Grecia, impoverita dalla Troika e dalle misure di austerity poste in essere dall’UE.

Non è vero che l’Italia non vuole gli immigrati. L’Italia, ma come la maggior parte dei paesi cosiddetti industrializzati, vuole un’immigrazione controllata. Se un africano o una qualsiasi persona extracomunitaria vuole venire qui, può farlo seguendo la legge che regolamenta l’immigrazione. Potrà così fare richiesta di un visto, dimostrando che potrà mantenersi (quindi dovrà avere una somma di denaro che garantisca il suo sostentamento, o una fidejussione bancaria). Dovrà avere un lavoro o un tirocinio o un corso per la preparazione al lavoro da seguire e una sistemazione dove alloggiare (sono diverse le associazioni che danno un supporto in questo senso). Un caso comunque è certo. La retorica dell’aiutiamoli a casa loro forse non è più retorica.

Dopo secoli di sfruttamento incessante dell’Africa e dei paesi del sud est asiatico (in primis Sri Lanka e Bangladesh), la parte ricca del mondo si è accorta che le politiche di aiuto e di sviluppo incentivano le persone a rimanere nei loro paesi. Il ragionamento è molto semplice: se nel mio paese non ho futuro, emigro (diverso il discorso per i profughi di guerra), se nel mio paese posso avere un futuro, resto. Il micro credito, da questo punto di vista, ha permesso a centina di migliaia di persone di attivare o sviluppare piccole iniziative aziendali nel campo dell’artigianato, dell’agricoltura, del commercio. Ancora tanto resta da fare perché spesso, il micro credito è supportato da associazioni benefiche. E’ comunque la strada giusta da seguire. La possibilità di sognare e di realizzare i propri sogni è un diritto che a nessuno può essere negato.

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