Governo

Carta igienica contro ricerca sul cancro: il «geniale» 5xmille del governo

14 Maggio 2015

Circa cinquantamila associazioni si dividono il nostro 5xmille. Moltissime straordinarie, particolarmente quelle vocate alla ricerca, all’assistenza degli altri, alla vera solidarietà. Un’ulteriore selezione sulle modalità di accesso porterebbe forse a una definizione ancora più piena e mirata di un meccanismo che ha davvero una ragione “alta”: «Il 5xmille – dice ad esempio Nicolò Contucci, direttore generale dell’Associazione Ricerca sul Cancro – per noi è addirittura metà del nostro bilancio, siamo arrivati ad avere contributi per 50 milioni di euro». Grande parte di queste associazioni vive su questo contributo. Ora, però, tutto questo sarà in pericolo attraverso una scellerata iniziativa del governo, che a partire dal 2016 ha intenzione di allargare i possibili beneficiari a tutte le scuole pubbliche. Essendo all’incirca 46mila, si raddoppierebbero d’un colpo: centomila. E per la stessa fetta di denaro.

 

Chi, all’interno del governo, ha concepito questo allargamento, forse non si è reso conto della radice “disonesta” di una simile concorrenza. O se si è reso conto, allora dovremmo parlare di autentica malafede. Ma prendiamola, appunto, dal verso migliore. Associazioni diverse, sparse su tutto il territorio, che si fanno legittima concorrenza per attrarre il contributo degli italiani, mostrando ciò che sanno fare, i risultati ottenuti, gli studi fatti, compongono un quadro di grande impatto sociale. Nessuna di queste, però, al di là del settore specifico, di presenza più o meno sensibile, può dirsi a tutto tondo «istituzione». Ciò che invece è la scuola in maniera acclarata. Non solo. Ognuno di noi ha nei confronti della scuola una legittima tensione morale, per motivi che sarebbe persino purile descrivere qui. Ma insomma, è il luogo della formazione di un Paese, per prenderla più larga, è il luogo della crescita e dello sviluppo dei nostri figli, per vederla sotto un profilo egoistico-personale.

 

Dunque non vi può essere concorrenza alcuna con la scuola, che è purissima istituzione, se la scuola entra nel meccanismo del 5xmille sbaraglierà il campo, la farà da padrona, con la evidente conseguenza di impoverire tutti gli altri. Di farli morire in molti casi. Sarebbe una guerra scellerata, proprio perchè a combatterla sarebbero idee di società comunque virtuose e non opponibili l’una all’altra. Sarebbe facile pensare che molti cittadini sceglierebbero la scuola dei loro figli come obiettivo sostenibile di quel contributo.

 

A questo avvelenamento del pozzo non si deve arrivare. Anche per altri importanti motivi, sufficienti in sè a giustificare un passo indietro del governo. Non è pensabile che in una società moderna, come il governo Renzi auspica, le magagne della scuola siano pagate dalla collettività, che contribuisce al sostentamento complessivo con le tasse che regolarmente gira allo stato. Ma per scendere ancora più nel dettaglio: non solo le famiglie contribuiscono con le loro tasse, ma si tasssano ulteriormente per via privata nei casi in cui – ed è la generalità delle situazioni – nelle scuola mancano materialmente “le cose”, dai gessetti, alla mitica carta igienica, ai computer, eccetera eccetera.

 

Ecco, caro governo, pagare gessetti e carta da cesso con il 5xmille della ricerca sul cancro sarebbe uno scandalo che non vogliamo neppure prendere in considerazione.

 

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