Governo

Caro Gomez, non ci credeva nessuno

11 Dicembre 2016

Peter Gomez, sul FattoQuotidiano.it , ricordando la promessa di Renzi  in campagna elettorale (una cosa tipo: lascio la politica se perdo il Referendum), ha ammesso che ci avevano creduto perfino loro. Ovviamente è una battuta, penso. Non ci credeva nessuno. Dimettersi da capo del governo era un atto inevitabile, mentre quel passo in più in politica è un passo solo per giganti. E il personaggio non lo sembra.

Ma a parte questo, il punto più interessante di Gomez sull’ex Presidente del Consiglio è il seguente, anche se non è una novità. Cito testualmente: nato rottamatore e adesso destinato a morire restauratore.

Già, perché se la politica deve essere giudicata per i risultati prodotti (magari, ogni tanto), il governo renziano ha realizzato esattamente il contrario di quanto beneamata rottamazione chiedeva. Non sono ovviamente un teorico del cambia-verso,  ma se sali al potere come da prima/seconda repubblica, governi con Alfano e Verdini, e non ti riesce una riforma che sia una (l’ultima, quella sulla PA, bocciata anche dalla Consulta, così come la legge elettorale), allora non hai cambiato nessun verso, ma ti sei messo in coda. Per cui Renzi non muore oggi restauratore, come dice Gomez, ma lo è sempre stato di fatto (anche per il Fatto). E adesso, dopo aver fallito, toccherebbe di nuovo a quelli di prima, che poi sono quelli di oggi, del suo governo. Ma sinceramente, guardando al futuro, almeno su questo punto, resta tutto da vedere, perché la logica del non ci sono alternative non è più credibile, o forse non lo è mai stata.

Cannato il RefeRenzium, il Presidente del Consiglio si è fatto da parte subito, certo, e pure in bello stile romantico, ma per poter iniziare il prima possibile la sua campagna elettorale (ci potete scommettere). Benissimo quindi un governo-voucher, dove possibilmente si immoli qualcuno, magari anche qualche oppositore interno al piddì (tocca anche a loro, ma adesso, mica dopo!). E molto presto sentirete dire: vedete che resto io il meglio che c’è in giro? Questo perché sulla legge elettorale (fondamentale!) il casino è quotato come la Juve contro la Casertana. Matematico.

Ora, dato che si andrà comunque a votare abbastanza presto (a maggior ragione perché Andrea Scanzi, dopo aver previsto la vittoria agile e in scioltezza del Sì, pensa il contrario), è meglio continuare a parlare di contenuti e non della balla-meno-balla di Renzi (quella del lascio la politica se perdo). Di materiale più interessante ce n’è in abbondanza. A partire magari proprio dalla Costituzione, di cui già non frega più niente a nessuno. Diciamolo.

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