Governo

#Jesuischarlie: ma quando Alfano riferisce su Parigi la Camera è deserta

9 Gennaio 2015

Nemmeno davanti alla tragedia e alla minaccia terroristica, il Parlamento è riuscito a trovare un po’ di buonsenso da mostrare ai cittadini. Mentre a Parigi la tensione è ancora altissima, a Roma la Camera offre un duplice pessimo spettacolo, nel giorno in cui il governo ha riferito in Aula. L’esigua presenza di deputati e lo show dalla Lega non sono infatti una cartolina entusiasmante.

Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha parlato a Montecitorio dei rischi per l’Italia connessi al terrorismo internazionale. Il titolare del Viminale ha spiegato che «dei 53 foreign fighters censiti, passati per l’Italia, ce ne sono quattro italiani». Una dichiarazione rilevante, visto anche lo scenario istituzionale in cui è stata rilasciata. Ma l’Aula non ha dato del suo meglio; anzi tutt’altro: era abbastanza vuota, come se l’argomento fosse di nicchia, una robetta marginale.

L’unico gruppo presente in maniera massiccia, manco a dirlo, era quello della Lega, che però non ha fornito un contributo particolarmente memorabile in termini di costruttività. Come al solito ha risposto alle proprie logiche. Del resto il momento è propizio per proseguire quella crociata ampiamente avviata da Matteo Salvini, che in un’intervista al quotidiano Libero ha definito il governo «amici degli invasori».

Il deputato leghista, Paolo Grimoldi, ha dimostrato di aver appreso alla perfezione la lezione del leader, accusando l’esecutivo di essere «collaborazionista dei terroristi» e di «perorare la loro causa». Il suo intervento ha esaltato i suoi colleghi di partito in un crescendo di argomentazioni anti-Islam, avviate con una citazione di Oriana Fallaci. La speranza di un atto di responsabilità è stata quindi frustrata. Addirittura la Lega ha già trovato i colpevoli di un eventuale attentato in Italia: il governo dei «collaborazionisti».

Ma se da Salvini&Co. non ci si può attendere molto, resta la sincera amarezza per un’Aula della Camera semideserta nel giorno dell’informativa di Alfano. Sull’onda della campagna #jesuischarlie e in una fase di tensione per i nuovi attacchi dei terroristi, era auspicabile – e in parte attesa – una partecipazione in massa dei deputati. Sarebbe stato un gesto di reale vicinanza delle Istituzioni italiane alle vittime, al di là dei tweet e dei comunicati stampa da recitare nei tg.

Invece, forse complice il venerdì, moltissimi banchi erano desolatamente vuoti. Una desolazione che riflette l’incapacità della classe dirigente italiana di porsi le dovute domande di fronte al terrorismo internazionale.

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