Governo
Cambio alla guida dei servizi segreti a Berlino
Il Presidente del Bundesnachrichtendienst (BND) Gerhard Schindler, alla guida dei servizi segreti tedeschi dal 2012, ha dovuto lasciare l’incarico due anni prima della scadenza. Dal 1° luglio è sostituito da Bruno Kahl che era capo dipartimento nel Ministero delle finanze. Vedovo cinquantatreenne, due figlie, studi a Bonn e Losanna e praticantato a Sidney, Kahl ha affiancato l’attuale Ministro Wolfgang Schäuble nella sua carriera politica fin dal 1995. Dalla guida della frazione parlamentare della CDU al Ministero degli Interni, fino a quello delle Finanze. Le opposizioni hanno perciò colto con sospetto la sua nomina. Temono possa rivelarsi un freno alle riforme per l’estensione del controllo parlamentare sull’operato del BND, auspicate dopo l’emergere della collaborazione illegittima con la statunitense NSA.
Nell’ottobre 2013 emerse che la NSA aveva spiato il cellulare della Cancelliera Merkel. Ella commentò indignata che “spiare tra amici, non va”. Appena due anni dopo, nel dicembre 2015, una commissione parlamentare di inchiesta appurò che per anni il BND aveva spiato altri governi ed istituzioni dell’UE, in qualche caso anche singoli cittadini, usando selettori -cioè parole chiave- indicati dalla NSA, in chiara infrazione alle leggi. D’altronde non è stata la prima volta nella sua storia che il BND aveva dribblato le regole. Già dieci anni prima, nel 2005, il Presidente dei Servizi, all’epoca August Hanning, aveva dovuto ammettere che per anni i suoi uomini avevano spiato dei giornalisti e la dichiarazione impegnò per 3 anni un’altra commissione di inchiesta parlamentare.
Schindler ha scontato probabilmente anche l’imbarazzante caso dell’ex collaboratore 32enne, arrestato nel luglio 2014 e finito sotto processo a Monaco nel 2015. Markus R. ha confessato ai giudici come con assoluta facilità aveva potuto incontrollatamente fotocopiare e trasferire più di 200 documenti segreti alla CIA in cambio di 80.000 euro circa. La sua attività emerse solo perché contattò anche i servizi segreti russi. È stato condannato il 17 marzo di quest’anno ad 8 anni con la pena accessoria della sottrazione del diritto civile di voto per 5 anni (che comporta che non potrà votare per due elezioni del Bundestag), ma l’imbarazzo nei piani alti del BND non dev’essere stato da poco. Anche se la pena comminata all’ex dipendente fedifrago è stata inferiore a quella perorata dal pubblico ministero. Incensurato e reo confesso, ha collaborato dando agli inquirenti la password per accedere ad un notebook avuto dalla CIA, e così il BND ha messo le mani su un software di cifratura che non conosceva. Il difensore ha comunque presentato appello.
Il capo della Cancelleria Peter Altmeier non ha indicato le ragioni ufficiali per giustificare il prepensionamento di Schindler, ma solo accennato alle “grosse sfide dei prossimi anni che riguarderanno tutti i campi di lavoro del BND”. D’altronde lo stesso Schindler prima di perdere l’incarico aveva assegnato l’incarico alla società privata di consulenza di impresa Roland Berger -cosa senza precedenti- di verificare come rendere il BND più efficiente ed evitare il ripetersi di impasse. I consulenti hanno tempo sino all’autunno per presentare la loro relazione al nuovo direttore.
Quest’ultimo, oltre che affrontare le carenze messe a nudo dall’inchiesta parlamentare sui rapporti con la NSA, dovrà destreggiarsi anche nel trasferimento della sede centrale del BND da Pullach in Baviera a Berlino, pianificata per il 2017.
La sede di Pullach ha una lunga storia come ha riassunto il dr. Christian Kahl per il Bundeswehr Journal citando il libro di Susanne Meinl e Bodo Hechelhammer Geheimobjekt Pullach. Qui era originariamente nato tra il 1936 ed il 1938 un insediamento modello per ospitare alti funzionari delle NSDAP; poi vi era sorto dal 1942 il quartier generale Siegfried di Hitler; dal maggio 1945 le mura furono tetto per i censori dell’esercito americano e dalla fine del 1947 dell’organizzazione Gehlen che operò prima per i servizi segreti dell’esercito USA e poi per la CIA; per ospitare infine dal 1956 il BND. Il trasloco di circa 58.000 mobili e 100.000 colli pieni di atti nella nuova centrale a Berlino, vicino ai centri decisionali, costerà da solo oltre 900 milioni di euro. A Pullach dovrebbero restare comunque circa 1.000 dipendenti impegnati nei servizi tecnici di spionaggio e l’area che tornerebbe libera riedificata secondo un progetto milionario il cui completamento, come ha riportato Jürgen Wolfram per la Süddeutsche Zeitung, è previsto nel 2022.
La nuova centrale del BND a Berlino è considerata uno dei più grossi progetti edili della Germania, sviluppata su 260.000 metri quadri in 9 piani, con qualcosa come 5.200 stanze che dovranno ospitare circa 4.000 dipendenti. Una cittadella con propri generatori ed ufficio postale per lavorare un traffico stimato di 1,5 tonnellate di posta al giorno; 20.000 km di fibra ottica e 10.000 di cavo di rame; 135.000 metri cubi di cemento e 20.000 tonnellate di acciaio. E sta diventando sempre più cara: invece dei pianificati 730 milioni i costi sono lievitati ad oltre 1,3 miliardi di euro -riporta la ZdF- ed oltre a tutto sarà agibile non meno di 3 anni dopo quanto inizialmente previsto. Nel 2011 sconosciuti rubarono dei piani di costruzione segreti e nella notte tra il 2 e 3 marzo 2015 ignoti elusero i controlli del cantiere, smontarono 5 rubinetti tra il quarto ed il sesto piano ed allagarono parte dell’edificio. Un sabotaggio in casa propria che il BND non seppe scongiurare ed un altro scacco che può aver forse pesato sulla precoce fine della carriera di Gerhard Schindler alla guida dell’intelligence tedesca.
Bruno Kahl può essere contento che per ora i costi per il mega cantiere della nuova sede del BND non sono ancora caduti nell’alveo della campagna elettorale in corso per il rinnovo dell’amministrazione di Berlino a settembre. Sul Die Zeit Katharina Schuler cita che nel 2011 in qualità di capo dell’8ª sezione del Ministero delle Finanze, investita anche degli immobili statali, proprio il neo Presidente del BND ha contribuito all’organizzazione del suo oneroso trasloco nella capitale.
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