Governo

Anastasio copia da Mussolini? E noi altri da Flaiano!

14 Marzo 2023

Il fatto storico è questo: Benito Mussolini il 3 gennaio del 1925 pronuncia un discorso (noto come discorso di Mussolini sul delitto Matteotti) alla Camera dei deputati del Regno d’Italia, stabilendo il momento di svolta della trasformazione del regime in dittatura.  Nella sua orazione Mussolini si assunse “la responsabilità politica, morale e storica” di quanto era avvenuto in Italia negli ultimi mesi e, specificamente, del delitto Matteotti. Gli storici riterranno il discorso l’atto costitutivo del fascismo.

Ecco, invece, il fatto attuale, legato a quello storico: Claudio Anastasio, presidente della società 3-I, che gestisce il software di Inps, Istat e Inail, fa recapitare, il 13 marzo del 2023, una lettera ai componenti del consiglio di amministrazione di 3-I, copiando di sana pianta l’infausto discorso del duce, per poi dimettersi dalla carica che ricopre, considerata l’inopportunità, l’inadeguatezza e la sfrontataggine del suo gesto. Naturalmente le critiche e le invettive rivolte all’uomo scelto da Giorgia Meloni per ricoprire l’incarico dirigenziale non si sono fatte attendere. E giù commenti di ogni sorta, ironie e sfottò sui social. Resto convinto, tuttavia, che la risposta ideale alla lettera di Anastasio sia stata scritta in passato, diversi decenni fa, da un giornalista e scrittore tra i più intelligenti della storia del paese. E allora, per replicare ad Anastasio, perché non copiamo anche noi? Egli lo ha fatto da Mussolini? E noi potremmo farlo da Flaiano! Grazie a Dio, per il momento, non potranno vietarcelo:

Il fascismo conviene agli italiani
perché è nella loro natura e racchiude le loro aspirazioni,
esalta i loro odi, rassicura la loro inferiorità.

Il fascismo è demagogico ma padronale.
Retorico, xenofobo, odiatore di cultura,
spregiatore della libertà e della giustizia
oppressore dei deboli, servo dei forti,
sempre pronto a indicare negli “altri”
le cause della sua impotenza o sconfitta.

Il fascismo è lirico, gerontofobo,
teppista se occorre, stupido sempre,
alacre, plagiatore, manierista.

Non ama la Natura, perché identifica
la natura nella vita di campagna,
cioè nella vita dei servi: ma è cafone,
cioè ha le spocchie del servo arricchito.

Odia gli animali, non ha senso dell’arte
non ama la solitudine, né rispetta il vicino,
il quale d’altronde non rispetta lui.

Non ama l’amore, ma il possesso.

Non ha senso religioso,
ma vede nella religione il baluardo
per impedire agli altri l’ascesa al potere.

Intimamente crede in Dio,
ma come ente col quale ha stabilito
un concordato, do ut des.

È superstizioso,
vuol essere libero di fare quel che gli pare,
specialmente se a danno
o a fastidio degli altri.

Il fascista è disposto a tutto purché
gli si conceda che lui è il padrone,
il padre.

(Ennio Flaiano)

 

 

 

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