Ambiente

Amianto, tante parole zero soldi: nella Manovra non c’è un euro per le bonifiche

15 Dicembre 2015

Quando si parla di amianto c’è sempre la promessa di impegnarsi a fondo. Perché in maniera unanime c’è la consapevolezza di uno scandalo che ha distrutto la vita a migliaia di famiglie, provocando lutti e dolore. Ma quando si tratta di fare qualcosa di concreto, il discorso cambia. E di parecchio. Tanto che nella Legge di Stabilità, approvata in prima lettura dal Senato e ora all’esame della Camera, non c’è un euro aggiuntivo – rispetto alla spesa attuale che è di circa un miliardo e 200 milioni di euro all’anno – per affrontare la questione. Anche gli emendamenti alla Manovra presentati sono stati respinti al mittente dalla maggioranza che si è limitata ad ampliare la platea dei risarcimenti ai parenti delle vittime, ma senza incrementare la dotazione del fondo. Eppure Matteo Renzi ha garantito, a fine novembre, il «massimo impegno etico e democratico per chiudere, una volta per tutte, la ferita aperta rappresentata dall’amianto».

L’Osservatorio nazionale amianto (Ona) ha presentato un report, in cui ha riportato i dati sul mesotelioma in Italia, denunciando allo stesso tempo l’immobilismo del governo: «Tutti ricorderanno che il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, appena insediato (febbraio 2014), aveva promesso la messa in sicurezza di tutte le scuole (e quindi anche delle 2.400 che avevano materiali contenenti amianto)», si legge nel documento. Certo, l’esecutivo si è costituito parte civile al processo Eternit, fornendo un segnale importante. Ma anche questo rientra nell’ambito delle misure di immagine. Perché nel concreto servono interventi di rimozione e bonifica delle aree contaminate, che spesso sono addirittura sconosciute. «Se continua a esserci amianto aumenta il rischio di ammalarsi: circa 5mila decessi all’anno sono provocati da questo problema», spiega a Gli Stati Generali Alberto Zolezzi, deputato del Movimento 5 Stelle. «L’obiettivo – prosegue – è quello di mettere in sicurezza l’amianto. Il governo dovrebbe defiscalizzare gli interventi dei privati. Lo abbiamo proposto, ma la maggioranza ha bocciato l’inizitiva».

Del resto già nel 2014 l’Ona aveva bacchettato Palazzo Chigi, perché nella lotta quotidiana all’amianto «mancavano piani esecutivi, progetti e i fondi, anche se si sarebbe potuto attingere da quelli strutturali europei, semplicemente nominando un commissario e dotandolo di poteri speciali». Il Movimento 5 Stelle ha puntato l’indice contro Matteo Renzi: «Le vittime dell’amianto restano a mani vuote con questa legge di Stabilità. Niente fondi, nessun provvedimento per le bonifiche, nessuna vera norma per lo smaltimento». L’attacco dei pentastellati arriva anche sulla base dei fatti concreti: «Mappature regionali inesistenti, registri mesoteliomi incompleti, numerose malattie che non vengono censite: sull’incidenza dell’esposizione da amianto aleggia una nube di silenzio. A parole l’amianto è una priorità, ma i fatti dicono altro».

Il pericolo amianto è talvolta percepito come un qualcosa legato al passato. Invece riguarda la salute pubblica di molti giovani, che nelle scuole rischiano di essere contaminati, a loro insaputa: gli edifici infatti non sono bonificati. «L’Ona ha censito più di millesiti segnalati, più di 2400 scuole che contengono amianto e abbiamo incrociato i dati di Asl e ospedali per presentare il primo rapporto nazionale sui mesotelioma», ha affermato il presidente dell’Osservatorio nazionale amianto avvocato Ezio Bonanni.

La buona notizia riguarda la prossima settimana: il 22 dicembre, al ministero della Salute, ci sarà un tavolo tecnico per studiare le nuove forme di inertizzazione e smaltimento. Si tratta della prima volta, ma anche solo di un primo passo. «Inoltre – conclude Zolezzi – è folle spendere 50 milioni per l’esportazione all’estero, mentre con quei soldi sarebbe possibile costruire siti appositi».

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